Traduzioni di Ida Omboni sono comparse, oltre che nella collana dei “Gialli Mondadori”, settimanale in vendita nelle edicole a partire dal 1949, anche in molte altre collezioni della Casa Editrice. Alcune sempre di gialli, ma in vendita in libreria, e quindi presenti anche nel Catalogo storico (quali “Rapidi”, “I classici del giallo” o gli “Oscari-gialli”) o anche in collane riservate a classici della letteratura, in cui furono ospitati alcuni autori di polizieschi in virtù della loro fama e del particolare pregio dei loro romanzi (“Omnibus”, “Scrittori italiani e stranieri”, ecc.). A parte, poi, si testimoniano alcune traduzioni di umoristi inglesi, particolarmente vicini allo stile di scrittura della Omboni (che – non si dimentichi – è stata tra l’altro traduttrice di Jerome K. Jerome, negli anni cinquanta, per Rizzoli). Questi titoli appartengono già agli anni settanta, quando la Omboni si occupò di letture anche di altri ambiti narrativi, in particolare per la collezione “Varia”.


Il grande sonno

Il romanzo più celebre di Raymond Chandler è stato diffuso in Italia nella traduzione di Ida Omboni, approntata per la prima edizione mondadoriana del 1948 e mantenuta sino ai due volumi di Romanzi e racconti (“I Meridiani”, 2005-2006), quando subentra la versione di Laura Grimaldi. Il romanzo ha attraversato varie collane (di cui qui si offre solo una campionatura) partendo dalla “Biblioteca moderna Mondadori” fino alle più recenti collezioni per ragazzi. Anche rivolgendosi a un target differente, la traduzione della Omboni è sempre stata giudicata adeguata alle necessità, e la sua interpretazione di Chandler rimane quella a cui ci accostiamo all’apertura del romanzo. Il tono incalzante e ironico del papà di Marlowe, così come il concatenarsi quasi parossistico delle vicende (spesso intricatissime) ha sempre affascinato la lettrice, che ha spesso ammesso nei suoi giudizi di provare simpatia istintiva per quegli autori che le ricordassero nel loro stile questo indiscusso maestro del poliziesco d’azione, anche se magari riuscivano a riprodurlo «solo in sedicesimo».


Nero Wolfe

Un altro autore molto amato dalla Omboni è stato Rex Stout, il creatore di Nero Wolfe. Si propongono qui le copertine di romanzi che hanno per protagonista il grasso investigatore appassionato di orchidee e della buona cucina, richiamando l’attenzione su come le scelte grafiche e le immagini abbiano stretto l’obiettivo sulle caratteristiche di maggiore impatto sulla fantasia del pubblico, come ad esempio nella serie “Oscar Gialli” in cui a ogni romanzo è abbinata l’immagine di un’orchidea. A partire dagli anni settanta, poi, l’immagine di Wolfe assume spesso le sembianze di Tino Buazzelli, indimenticato interprete della nota serie televisiva.


Umoristi

Come si è già accennato, Ida Omboni ha anche curato la traduzione di romanzi di umoristi inglesi e americani. Una delle prime prove è stata Loro ed io di Jerome K. Jerome (1951), cui ha fatto seguito Pensieri oziosi di un ozioso (1953), entrambi per Rizzoli. Con Mondadori invece si dedicò a questo genere solo a partire dagli anni settanta, quando la sua collaborazione si era estesa oltre i confini del giallo, in particolare come lettrice della collana “Varia”.


Collane popolari

Le copertine riprodotte qui di seguito si riferiscono a romanzi pubblicati in collezioni popolari. La loro fama è legata anche alle illustrazioni di copertina che si rivolgono a una platea spesso poco avvezza alla lettura e che quindi deve essere attratta da illustrazioni chiare, dal tratto semplice e accattivanti anche dal punto di vista emotivo, proprio come in un fotoromanzo.