Nel 1960 Bonatti pubblica con Zanichelli Le mie montagne, che vanta un’edizione di lusso e un’edizione corrente per un totale di oltre 30.000 copie vendute.
Nel 1970 Polillo è favorevole al sequel che ha come titolo provvisorio Addio montagne. Marco Forti pensa che il volume potrebbe essere pubblicato nel 1971 come libro strenna. Il testo descrive tutte le imprese alpinistiche di Bonatti dal 1961 al 1965, e l’autore mette a disposizione di Mondadori tutto il suo archivio fotografico.
L’opera esce nell’ottobre 1971 con il titolo I giorni grandi: 64 tavole fuori testo in nero e a colori. Racconta gli ultimi anni di montagna che si concludono, nel 1965, con la scalata della parete Nord del Cervino in solitaria invernale e diretta.
Dedicato a Reinhold Messner, «giovane e ultima speranza di un alpinismo tradizionale», il volume è preceduto da un testo di Dino Buzzati intitolato Un nobile addio. Buzzati elogia l’esemplare stile narrativo di Walter Bonatti, «privo assolutamente di retorica… di scarna efficacia e di serrato ritmo nelle pagine più drammatiche». Poi un elogio all’uomo che lascia l’alpinismo con una decisione «non imposta dal peso degli anni… ma da una meditata rinuncia… quando il suo mito, la sua leggenda (il termine non è esagerato) risplende nella massima luce. […] Deve essere stata per lui una scelta difficile e amara. […] Certo, Bonatti non si allontana dalla natura, anzi. Si è messo a girare il mondo nelle contrade più remote, ardue e strane per raccontarne a noi le meraviglie». E gli augura buona fortuna.