ORESTE DEL BUONO
Poggio (Isola d’Elba), 1923 – Milano, 2003
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Nato a Poggio nel 1923, trascorre l’infanzia a Roma trasferendosi a Milano nel 1935. Nel 1943 si arruola in marina, ma viene fatto prigioniero dei tedeschi e dal 1943 e 1945 è internato in un lager austriaco. Esordisce come scrittore nel 1945 pubblicando Racconto d’inverno, cui farà seguito La parte difficile (1947, finalista della prima edizione del Premio Mondadori) e Acqua alla gola (1953), tutti di ispirazione neorealista. Negli anni cinquanta affianca l’attività di traduttore dal francese (versioni da Gide; Maupassant, Musset, Sarraute, Butor, Proust, Flaubert) e dall’inglese (Stevenson, Wilde, Walpole) con la critica cinematografica (la monografia dedicata a Billy Wilder). Nel 1962 viene rappresentata con successo la sua unica commedia, Niente per amore, mentre le opere narrative proseguono con Per pura ingratitudine (1961), Né vivere né morire (1963), La terza persona (1965). Diviene consulente mondadoriano nel 1966 con l’incarico di selezionare le opere da inserire nelle collane “Medusa”, “Nuovi scrittori stranieri”,”Omnibus”, “Rapidi”. Il suo parere diviene vincolante anche per la programmazione dei gialli (compresi “I classici del giallo”) e “Segretissimo”. Il rapporto di collaborazione attribuisce dunque a del Buono la facoltà non solo di proporre autori e testi dei quali perviene segnalazione in casa editrice, ma anche di esprimere i giudizi editoriali definitivi. Direttore della rivista “Linus” dal 1972 al 1981 e dei “Gialli Mondadori” dal 1979, collabora a vario titolo con Rizzoli, Rusconi, Sonzogno, Bompiani, Feltrinelli, Einaudi, Mondadori; dirige la rivista “La lettura” e collabora con “Panorama”, “Corriere della sera”, “Espresso”. Come narratore pubblica I peggiori anni della nostra vita (1971), Tornerai (1976), Se mi innamorassi di te (1980), Amori neri (1985), La nostra classe dirigente (1986); con Lietta Tornabuoni Era Cinecittà (1980) e Album di famiglia della TV (1981). Negli ultimi anni tiene una rubrica di posta con i lettori de “La Stampa”.