"Le Livre de l'hospitalité"
Edmond Jabès
Archivi editoriali per la mediazione interculturale
Un eccezionale patrimonio archivistico e documentario
Fra i risultati di maggior rilievo che l’insieme degli interventi realizzati ha permesso di conseguire va senz’altro annoverata l’apertura e la messa a disposizione del pubblico di una documentazione di grande importanza per la storia dell’editoria e della letteratura per come l’abbiamo conosciuta tra la fine degli anni venti e gli anni settanta del Novecento.
Il riordino e inventariazione delle sezioni della Segreteria editoriale e l’informatizzazione degli strumenti di corredo rende pienamente accessibile un patrimonio di quasi 12.500 fascicoli relativi a oltre 11.500 autori diversi. Nel 90% dei casi (più di 11.300) i fascicoli contengono giudizi su opere letterarie straniere, per circa 25.000 pareri di lettura redatti da oltre novecento lettori diversi, con carte che vanno dal 1926 al 1987.
Questa documentazione potrà restituire un importante tassello per colmare una sorta di “squilibrio di prospettiva” che si era venuto a creare negli ultimi anni, quando gli studiosi hanno avuto accesso alle carte della Segreteria editoriale autori italiani, ma non a quelle della Segreteria editoriale estero (SEE), ricostruendo anche l’importante ruolo strategico svolto da quest’ufficio all'interno della Mondadori. La SEE gestiva infatti la complessa rete di relazioni con le case editrici all’estero, i rapporti con gli agenti, la richiesta dei testi e delle opzioni sulle opere straniere, la cura dei rapporto con le agenzie di vendita dei diritti in Italia (Ali ecc.), oltre ovviamente a tutta la fase “giudicante” delle opere rappresentata proprio dai pareri di lettura.
Le carte prodotte dopo il 1958 testimoniano poi la riorganizzazione attuata da Vittorio Sereni, che a partire da quella data assume l'incarico di direttore letterario. La lettura delle carte ha permesso anche di individuare e meglio delineare il ruolo di dipendenti e collaboratori dell'ufficio, rivelandosi una fonte preziosa soprattutto in riferimento agli anni in oggetto per i quali non si dispone di una copertura globale nell’archivio dell’Arnoldo Mondadori Editore.
In un periodo in cui i rapporti si svolgevano prevalentemente per iscritto, sono gli appunti, le note interne, le sigle apposte sulle carte a testimoniare i meccanismi e i protagonisti del processo decisionale. Il ruolo dell'editore Arnoldo Mondadori, ad esempio, emerge con chiarezza dalla lettura delle numerose note e appunti autografi che si trovano nei fascicoli meno recenti. Così come la presenza di Alberto Mondadori, nel suo ruolo di direttore editoriale, trova una forte testimonianza nelle carte prodotte nell'immediato dopoguerra.
Ma emerge altresì il peso che la nutrita schiera di lettori e funzionari della casa editrice gioca nell’inserimento delle opere in catalogo, valutando la destinazione e la tempistica e favorendo la definizione di aree di genere (i gialli, la fantascienza) e la ricezione di altre letterature (come nel caso della letteratura di lingua tedesca). Inoltre l’incremento del numero dei titoli da pubblicare e la necessità di arrivare tempestivamente a una decisione implica che i giudizi dei lettori siano parte rilevante nella formazione di un giudizio consapevole del responsabile editoriale, di cui peraltro si ritrova traccia in forma di efficaci sintesi di poche righe apposte a margine del parere stesso.
In ultimo non è difficile intravedere un processo evolutivo che vede trasformarsi ed evolversi in parallelo gli attori istituzionali (le case editrici e le agenzie letterarie), le figure professionali e le procedure, in direzione di una sempre più evidente formalizzazione e certezza, soprattutto sul versante giuridico, ancora poco dominato negli anni quaranta, delle transazioni.
La possibilità di consultare questi documenti non in maniera decontestualizzata, ma nel loro ambito originario, ovvero nella modalità in cui sono stati organizzati dagli uffici della casa editrice e poi affidati alla Fondazione, permette non solo di ricostruire singoli “casi editoriali”, ma soprattutto di approfondire la conoscenza dei complessi meccanismi che conducono alla costruzione del catalogo, ripercorrendo attraverso le carte una rete di relazioni e di contatti che solo l’esame dei fascicoli ai quali le carte stesse appartengono consente. Oltre ai pareri di lettura, troviamo infatti anche altre tipologie documentarie, quali corrispondenza con agenti ed editori - veline dattiloscritte, lettere manoscritte e dattiloscritte, telegrammi e minute di telegrammi in uscita e raramente cartoline postali. Allegata alle lettere in lingua straniera si trova frequentemente la traduzione italiana fatta dalla segretaria (a volte trascritta al fondo della lettera originale) e anche comunicazioni aziendali interne, tra le quali un ruolo di particolare importanza rivestono le statistiche sulle tirature di precedenti titoli dell’autore in esame, che permettono di avere un quadro preciso della fortuna di quello scrittore presso il pubblico. Se i carteggi dell’editore con i suoi autori consentono di mostrare il ruolo dell’editore, con le carte della Segreteria editoriale estero si può meglio comprendere il funzionamento della macchina editoriale nel suo complesso.
Proprio attraverso l’esame dei fascicoli possiamo già ipotizzare come sia possibile delineare i principali aspetti della collaborazione di intellettuali di primo piano con la casa editrice milanese. Ad esempio Elio Vittorini è presente in oltre 2.500 fascicoli con pareri di lettura, note e appunti autografi, che potrebbero arricchire in modo significativo la sua figura di consulente editoriale. Ma la lista può proseguire con nomi di primo piano già conosciuti e di altri il cui ruolo invece appariva poco noto, che ora si rivelano invece di notevole spessore e autorevolezza. Fra i più attivi possiamo annoverare Alberto Tedeschi (oltre 100 fascicoli), Laura Grimaldi (oltre 400 fascicoli), Carlo Fruttero e Franco Lucentini (oltre 1.000 fascicoli), Oreste del Buono (oltre 1.300 fascicoli), Vittorio Sereni (oltre 500 fascicoli), Fernanda Pivano (oltre 400 fascicoli), Giorgio Monicelli (oltre 150 fascicoli), Lavinia Mazzucchetti (oltre 600 pareri), Franco Fortini (oltre 150 fascicoli), mentre tra le “riscoperte” possiamo senz’altro citare Ida Omboni, presente in oltre 1.000 fascicoli, con pareri esemplari sotto il profilo della qualità della scrittura e della resa editoriale.
Oltre al riordino e inventariazione ex novo di 164 buste e all’informatizzazione degli strumenti di corredo relativi ad altre 172 buste di queste sezioni della Segreteria editoriale estero, si ricorda in ogni caso che ai dati qui ricavati si affiancano quelli relativi ad altre serie e fondi, in particolare la serie Pareri di lettura - Giudizi favorevoli anni trenta, dove sono stati schedate le carte relative ad oltre 300 autori e sono stati individuati i pareri di lettura relativi ad oltre 550 opere, nonché il fondo Lavinia Mazzucchetti, dove sono stati schedati oltre 400 pareri relativi ad autori dell’area tedesca.
Parallelamente è stato svolto un lavoro di catalogazione di una sezione della biblioteca storica della Rcs Libri, e specificamente la sezione dedicata alle traduzioni degli autori italiani. Per contratto infatti la casa editrice che vende i diritti di un autore italiano riceve due o più copie di ogni edizione del volume; di queste una parte va all’autore e le restanti copie rimangono in casa editrice. Difficilmente vengono conservate in modo strutturato (tranne per gli autori più noti come Eco, Fallaci, ecc.), mentre nel caso della Bompiani e della Rizzoli esiste un fondo di grande interesse: come caso esemplificativo è stato scelta la raccolta Bompiani che comprende oltre 1500 volumi di autori italiani tradotti all’estero.