Fondi di altri produttori

  • Bruno Angoletta, disegni 118

    I materiali presenti in archivio, che la Fondazione ha acquistato da privati in occasione della mostra “Dalla A. alla Ang. Bruno Angoletta professione illustratore” (Milano 2001), documentano parte della produzione del noto illustratore durante gli anni Venti. Il fondo raccoglie 118 illustrazioni destinate principalmente a periodici per ragazzi come “Giro giro tondo” e il “Giornalino della domenica”. I disegni eseguiti su carta o cartoncino sono realizzati con diverse tecniche grafiche: china, tempera, acquerello, inchiostri colorati.

Strumenti di corredo: catalogo su supporto informatico.

  • Bemporad 1871-1962, bb. 9

    Si tratta di un piccolo fondo acquistato da un privato al fine di evitare che le carte andassero disperse nel mercato del collezionismo. Il fondo, costituito da 9 buste, è stato riordinato tenendo presente la struttura interna dell’archivio Bemporad-Marzocco nell’archivio storico Giunti. I documenti, molto eterogenei, riguardano autori, collaboratori e, più in generale, l’attività della casa editrice Bemporad tra il 1871 e il 1962. La documentazione è stata organizzata in una prima serie, Contratti e corrispondenza con autori e collaboratori (1871-1962), che comprende lettere manoscritte e dattiloscritte inviate da diversi autori e collaboratori alla casa editrice Bemporad, poi Marzocco, nonché responsive della casa editrice fiorentina riguardanti i rapporti autore-editore; contratti per la cessione dei diritti d’autore e per la proprietà letteraria tra la casa editrice e i vari autori; atti di deposito delle opere presso la Prefettura di Firenze. Segue la serie Corrispondenza dell’ufficio segreteria (1891-1959): lettere manoscritte e dattiloscritte inviate dalle diverse cartiere alla casa editrice Bemporad, poi Marzocco, riguardanti soprattutto il rifornimento di carta o la stampa di libri, e lettere di risposta della casa editrice fiorentina; corrispondenza tra il sindacato fascista e la casa editrice Bemporad; ricevute di pagamento a saldo dei diritti d’autore, della collaborazione agli Almanacchi Bemporad e delle percentuali di vendita. La terza serie, Case editrici italiane e straniere (1911-1958), raccoglie la corrispondenza tra le diverse case editrici italiane e straniere e la casa editrice Bemporad, poi Marzocco, riguardante soprattutto la pubblicazione di testi scolastici, la ristampa di opere e la richiesta di pubblicare, all’interno di antologie, alcuni brani tratti da opere di proprietà Bemporad o viceversa.

Strumenti di corredo: inventario su supporto informatico (applicativo Sesamo della Regione Lombardia).

  • Francesco Flora 1891-1962, bb. 18

    Come il fondo Bemporad, anche le carte di Francesco Flora, attualmente conservate presso la Fondazione Mondadori, sono state acquistate da un privato al fine di evitarne la dispersione. La documentazione è raccolta in 18 buste e l’elaborazione del progetto di riordino, attualmente in corso, ha avuto come punto di partenza il confronto con l’archivio Francesco Flora, conservato presso il dipartimento di Filologia dell’Università della Calabria. Per ciò che concerne l’organizzazione della documentazione, in particolare della corrispondenza, che costituisce il nucleo preponderante dei materiali, sono state individuate le seguenti partizioni: Mondadori (circa 950 carte); Carte personali: convegni, appuntamenti, lettere di presentazione di aspiranti scrittori, varie (circa 250 carte); Corrispondenza con altre case editrici, con emittenti radiofoniche e tipografie (circa 80 doc.); Corrispondenza con le riviste contemporanee e dall’estero (circa 70 doc.); Ultima acquisizione (lettere inviate a Flora, manoscritte e non). Per quanto riguarda la documentazione Mondadori, il carteggio copre l’arco cronologico 1923-1956. Queste carte permettono di integrare o vanno a coprire lacune nei nostri fondi, in particolare relative agli anni Trenta, costituendo una valida testimonianza del significativo rapporto tra il critico e la casa editrice.

Strumenti di corredo: inventario su supporto informatico (applicativo Sesamo della Regione Lombardia).
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  • Erich Linder 1942-1984, bb. 1898

    Costituito da 37.126 fascicoli conservati in 1.898 faldoni che coprono il periodo 1942-1984 (con qualche documento antecedente il 1942), l’archivio Erich Linder, per volontà del figlio Dennis, è stato depositato presso la Fondazione nel 1999. Tre anni dopo, al termine delle operazioni di riordino e inventariazione, è stato definitivamente acquistato dalla Fondazione.
    L’archivio rispecchia la crescente influenza dell’agente letterario Linder nelle vicende dell’editoria italiana: dà conto principalmente della fitta rete di rapporti intrattenuti con case editrici, con agenzie e singoli autori dagli inizi dell’attività fino alla prematura scomparsa dello stesso Linder. Il carteggio è di consistenza diseguale: a fronte di una modesta traccia documentaria per i primi vent’anni, pari al 15 per cento della consistenza totale, si infittisce dai primi anni Sessanta fino alla morte di Linder, coprendo pressoché l’intero panorama editoriale del nostro paese. L’archivio è organizzato in serie annuali, al cui interno sono reperibili alfabeticamente i corrispondenti cosiddetti maggiori (Mondadori, Einaudi, Feltrinelli, Garzanti ecc.) e i corrispondenti minori (autori, agenti letterari o case editrici). Le carte sono ordinate cronologicamente all’interno dei fascicoli. In coda, i rapporti contabili con il Credito italiano e il Banco ambrosiano.

Strumenti di corredo: inventario su supporto informatico (applicativo Sesamo della Regione Lombardia).
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  • Gianna Manzini 1928-1974, bb. 34

    Il fondo Gianna Manzini è stato acquisito da Mimma Mondadori alla scomparsa della scrittrice nel 1974. Il complesso documentario è costituito da 24 buste: il materiale presente copre l’arco cronologico dal 1928 al 1974, ma prevalentemente gli anni in cui le opere della scrittrice sono pubblicate dalla casa editrice Mondadori (1940-1973). Il fondo si compone di diverse tipologie di documentazione, anche se il rilievo centrale è costituito dalle opere e dagli scritti della Manzini, attorno ai quali gravita l’eterogeneo materiale raccolto: lettere, minute, telegrammi, cartoline, dattiloscritti e manoscritti, blocchi di appunti, quaderni, ritagli stampa, giornali, estratti di riviste ecc. Particolare rilevanza hanno, quindi, i materiali che permettono di seguire l’iter della scrittura della Manzini: appunti, manoscritti, dattiloscritti e bozze di stampa; queste ultime arricchite di varianti autografe e note redazionali.
    Essenziale per la realizzazione del riordino e inventariazione è il confronto con il fondo Gianna Manzini, conservato presso l’Archivio del Novecento del Dipartimento di Studi Filosofici, Linguistici e Letterari dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, e il fondo Falqui presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma. Ciò, in previsione della pubblicazione nella collana degli inventari del Ministero per i beni culturali e ambientali.
    L’archivio è inserito nel progetto “Scrittrici e intellettuali del Novecento. Le carte d’archivio” realizzato in parternariato con la Fondazione Elvira Badaracco, progetto in corso di realizzazione con il contributo della Fondazione Cariplo.

Strumenti di corredo: schedatura del fondo a cura di Clelia Martignoni, inventario su supporto informatico (applicativo Sesamo della Regione Lombardia). L’archivio è dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Lombardia.

  • Lavinia Mazzucchetti 1844-1965, bb. 58 e 6 album fotografici

    Il profilo di Lavinia Mazzucchetti emerge in tutta la sua ricchezza e complessità attraverso le carte qui conservate. Le carte “personali” della Mazzucchetti consistono in diari, note biografiche, ricordi familiari ecc. Va segnalato il ricco carteggio con il marito Waldemar Jollos (lettere e cartoline manoscritte o dattiloscritte raccolte in fascicoli ordinati per anno di corrispondenza, dal 1916 al 1953, in 16 buste), che consente di delineare la figura del giornalista e scrittore di origine russa che ha svolto un’importante attività di critico d’arte tra il 1917 e il 1933. Gli appunti, le bozze e altri materiali preparatori di saggi, articoli, trascrizioni, traduzioni, oltre alla corrispondenza con autori e editori, permettono di seguire l’attività professionale/editoriale dell’insigne germanista, che ha avuto un ruolo di primo piano nella diffusione della letteratura tedesca in Italia. In particolare si segnala la presenza di circa 550 pareri di lettura, compilati dalla Mazzucchetti per la Mondadori.
    Il fondo è arricchito da una sezione fotografica di grande interesse: si tratta di circa 500 positivi b/n, di diverso formato, e di alcuni negativi su lastra di vetro (ritratti della Mazzucchetti, di familiari, amici e personalità) che coprono l’arco temporale 1888-1962.

Strumenti di corredo: inventariazione su schedine manoscritte (l’inventariazione su supporto informatico è prevista dal progetto “Scrittrici e intellettuali del Novecento. Le carte d’archivio” realizzato in parternariato con la Fondazione Elvira Badaracco e con il contributo della Fondazione Cariplo). L’archivio è dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Lombardia.

  • Ervino Pocar 1920-1981, bb. 36

    Donato dagli eredi alla Fondazione, l’archivio di Pocar – traduttore delle opere di Hesse, Kafka, Kleist, Schiller, Schopenhauer, Roth, Böll, Novalis, Remarque e per molti anni collaboratore della Mondadori – ha permesso, insieme con il fondo Mazzucchetti, di incrementare le fonti per la ricostruzione storica della ricezione e diffusione della letteratura tedesca in Italia. Costituito da oltre 12.000 carte raccolte in 36 buste che vanno dal 1920 al 1981, l’archivio comprende un carteggio di circa 2.300 lettere che documentano l’intensa corrispondenza intercorsa tra Pocar ed eminenti autori e studiosi italiani e tedeschi, tra i quali Stephan Zweig, Vittorio Sereni, Gaetano Salvemini, Thomas Mann, Hermann Hesse. Seguono le sezioni Autori, Opere, Traduzioni, Appendice e Documentazione.

Strumenti di corredo: inventariazione su schedine manoscritte. L’archivio è dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Lombardia.