Autore o romanzo?

Autore o romanzo? Questo è il dilemma. Dilemma degli editori, che devono scegliere se sposare la causa di un autore “finché morte non ci separi” pubblicandone tutte le opere, comprese quelle minori, imperfette o non all’altezza di esordi convincenti per pubblico e critica. Oppure puntare sui singoli libri, valutando la situazione caso per caso, piccoli “flirt”, passioni brevi ma intense.

Amanti fedeli o impenitenti libertini? Entrambe le opzioni presentano vantaggi e svantaggi che Oreste del Buono sintetizza in questo parere.

 

 

Questo parere del 1967 sul poeta e scrittore afroamericano LeRoi Jones ci sembra utile perché qui del Buono accenna, in modo diretto, a una problematica che per lui ha carattere d’urgenza e che solleverà più volte nel corso degli anni in Mondadori. Una questione centrale nel suo lavoro di supervisione finale, ancorato a decisioni di carattere editoriale: la scelta tra la politica di pubblicare gli autori e la politica di pubblicare i libri. Del resto, mantenere o meno un autore in catalogo è uno degli assilli mondadoriani. Non spetta a lui decidere, ma chiede che una scelta sia fatta e seguita «con rigore», «a costo di rinunce dolorose».

 

Del resto, una politica poco decisa al riguardo si ripercuote a cascata sull’intero processo di selezione: per esempio, lo costringe a redigere pareri ambigui e complica il problema della collocazione dei titoli nelle collane che, in quegli anni, vede come instabili, senza direzione, per non dire trascurate.

Non a caso, la collana «Nuovi scrittori stranieri» (citata nel parere come N.S.S.) chiuderà proprio nel 1968, ultima uscita Il predicatore morto di LeRoi Jones, altro titolo dell’autore di cui qui si discute.

Quindi, OdB non dà soluzioni, ma chiarisce efficacemente (sia pure nel breve spazio concesso da un parere di lettura) vantaggi e svantaggi di entrambe le opzioni, citando a titolo di esempio le vicende di Jack Kerouac e Saul Bellow.

Per Bellow è chiaro che non curare lo scrittore è stata una scelta perdente. Infatti, era arrivato in Italia con Mondadori per finire dritto in Feltrinelli, che potrà godere del successo di Herzog (1965) con il quale l’autore vinse il National Book Award. OdB, perfettamente conscio della situazione, nel novembre 1969, riguardo al nuovo romanzo Mr. Sammler’s Planet e alla possibilità di acquistarlo in caso di rinuncia da parte di Feltrinelli, si era espresso così:

 

«Questa prima parte del romanzo nuovo di Bellow mi pare bellissima. Magari si potesse avere Bellow!». Sa bene che Feltrinelli non se lo lascerà scappare, ma invita a tentare comunque.

In effetti aveva ragione, il romanzo sarà ancora una volta pubblicato da Feltrinelli nel 1971. Senza contare che Bellow vincerà poi il Pulitzer per il Dono di Humboldt pubblicato da Rizzoli (ma qui OdB si prenderà una piccola rivincita, firmandone la prefazione all’edizione Club degli editori) e il Nobel nel 1976.

 

Per Kerouac si presentò il problema opposto. In che senso?, chiederete: tornate sulla scrivania e rovistando troverete quello che cercate.

 

 

 

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