Gnanca na busia

Gnanca na busia copertina

Una lunga storia d’amore e di creazione di tante vite quante quelle dei figli da crescere in condizioni di estrema fatica e povertà. E uno stile che ha il ritmo e la costruzione del poema, e la forza delle descrizioni scarne. Questo è il lenzuolo “graffito” di Clelia Marchi, che racconta la sua vita ma anche i luoghi della sua memoria. Gli stessi di un uomo, Arnoldo Mondadori, che ha molto lavorato per diffondere l’arte della scrittura attraverso l’editoria. Due destini diversi, ma anche radici comuni profonde che portano per vie lontane, eppure vicine, a fare libri.

Nel novembre del 1989 Luca Formenton, in visita a Poggio Rusco (Mantova), paese natale di suo nonno Arnoldo Mondadori, sente parlare per la prima volta del “libro scritto su un lenzuolo”. Quando vede l’opera e incontra l’autrice, comprende di trovarsi di fronte a un’eccezionale prova d’amore per il libro e per la narrazione, un’impresa di scrittura unica, che meritava di essere portata all’attenzione del grande pubblico.