Giorgio Tabet. Il fascino discreto dell’illustrazione

Giorgio Tabet copertina

Catalogo di mostra. Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
29 aprile-26 maggio 1997

La Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e la Biblioteca di via Senato, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Braidense, nell’ambito del proprio specifico interesse per la storia dell’editoria e del suo rapporto con le arti, hanno voluto con questa iniziativa rendere omaggio a Giorgio Tabet, illustratore, caricaturista e ritrattista italiano, della cui vastissima produzione grafica e artistica mancava, fino ad oggi, un’analisi esauriente e sistematica.

L’evoluzione artistica e professionale di Tabet, che Guido Lopez definisce acutamente «giornalista della matita», è ripercorsa nel catalogo e viene presentata nelle due sedi della mostra, la Biblioteca di via Senato e la Biblioteca Nazionale Braidense, attraverso i disegni .e le caricature apparse fin dagli anni Trenta su giornali come «L’Ambrosiano», il «Guerin Meschino», la «Domenica del Corriere». Per oltre cinquant’anni la mano di Tabet schizza, per piacere personale e per i più noti quotidiani e periodici illustrati, quella particolare «società di artisti» che a Milano e a Roma faceva perno attorno al mondo del teatro, della musica, della letteratura e dello spettacolo in generale, riunendo i circoli mondani dell’alta borghesia, della finanza e dell’aristocrazia – oramai legata all’imprenditoria – con il foyer della Scala, i camerini del nostro migliore teatro di prosa con i premi letterari, le tribune degli ip prodromi con le più esclusive località di villeggiatura. Ma ci piace ricordare in particolare le straordinarie e originali copertine realizzate per la collana degli “Onimbus” della Mondadori, dal 1937 alla fine degli anni Cinquanta: Maschere nude, Via col vento, Passaggio a Nord-Ovest, La saga dei Forsyte, che hanno segnato un modo di proporre al pubblico il libro, raccontandogli attraverso le immagini i personaggi, l’ambiente, e forse anche per sommi capi la trama del romanzo. E ancora i lavori di lunga durata per Salani, Treves e Rizzoli.

L’opera di Tabet può essere letta anche come un immenso e vivacissimo ritratto dei protagonisti di mezzo secolo di cultura italiana, colti con intelligenza e ironia da un artista di classe che, con eleganza e buon gusto, li ha «fermati» sulle sue tavole e nelle sue tele. A Daniele Riva, che ha ideato e fermamente voluto questa mostra, va tutta la nostra riconoscenza insieme al rimpianto di non averlo avuto con noi.