Stampa e piccola editoria tra le due guerre


Gli studi di storia dell’editoria nell’ultimo quindicennio hanno ricevuto un rinnovato impulso da parte di studiosi provenienti da diverse formazioni culturali. Estesi gli ambiti crnologici e ampliati i confini geografici, si è potuto offrire una mappatura più completa della nostra editoria, recuperando quelle esperienze che, anche in zone “periferiche”, hanno contribuito a mantenere vivo il dialogo e lo scambio culturale.

Accanto ai contributi sulle maggiori case editrici, che rappresentano un importante punto di partenza per la ricostruzione del clima culturale del ventennio, è stata portata alla luce anche l’attività delle piccole case editrici che si sono cimentate con i processi di rinnovamento in corso, e si è fatto emergere in che modo abbiano saputo rispecchiare e qualche volta orientare i generi letterari e i gusti del pubblico.

In questo volume la ricostruzione del vivace mondo editoriale milanese e lombardo che con Barion, Baldini e Castoldi, Corticelli, guidò il rinnovamento e delle esperienze delle case editrici pugliesi, campane o sarde, forse meno conosciute ma non meno significative, è completata dallo studio sulle nuove forme di comunicazione editoriale che si affermarono in quegli anni, prime fra tutte quelle legate alla nascente fortuna del cinema come i “cineromanzi” e le “novelle film”.

Ma gli anni ’30 furono conosciuti soprattutto come “il decennio delle traduzioni”, secondo una famosa definizione di Cesare Pavese. Uno spazio particolare, infatti, venne dedicato anche in Italia alla ricezione della letteratura straniera; questo contribuì non solo a svecchiare la nostra letteratura, ma fece nascere in numerosi giovani traduttori la volontà di legare le loro istanze sociali e libertarie a un sincero interesse artistico.

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Editori e Lettori. La produzione libraria in Italia nella prima metà del Novecento

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