Gianna Manzini tra letteratura e vita

Gianna Manzini tra letteratura e vita

Mostra bio-bibliografica e catalogo
Firenze, Palazzo Strozzi 28 maggio-23 giugno 1983

«A quasi dieci anni dalla sua morte (31 agosto 1974) ci pare giusto, addirittura doveroso, riproporre il nome e l’opera di una scrittrice come Gianna Manzini. Lo facciamo con questa Mostra bibliografica e documentaria e con un Convegno di studi che le si svolge attorno, convinti che l’uno e l’altro avvenimento possano ricondurre all’attenzione degli addetti e degli specialisti che sempre l’ebbero in alta stima, e più ancora del vasto pubblico che, forse tardi, scoperse la sua arte squisita con Ritratto in piedi (1971) vincitore del Premio Campiello di quell’anno, l’opera e la figura di una delle nostre maggiori scrittrici. Pare ugualmente giusto che nell’adempimento di questo compito si siano unite le forze della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, cioè degli editori di Gianna Manzini e dei loro successori, che ereditando tutte le sue carte detengono oggi gran parte di quanto viene esposto; del Gabinetto Vieusseux che oltre a ospitare le manifestazioni nella sua sede prestigiosa, detiene attraverso il suo Archivio Contemporaneo alcune delle carte e dei documenti a loro volta esposti; e delle città di Pistoia e di Firenze, l’una dove la scrittrice nacque nel 1896 e crebbe, l’altra dove consolidò precocemente la sua fama negli anni ’30, prima del trasferimento a Roma che l’avrebbe vista fino alla morte fra i maggiori protagonisti della nostra letteratura.

La Mostra che qui presentiamo, organizzata con scrupolo filologico e con vivacità da Clelia Martignoni per la scelta e il reperimento dei materiali esposti, e da Graziano Braschi per la sua impostazione grafica e espositiva, ha prima di tutto lo scopo di seguire, nella sua intera parabola e dando risalto alle tappe principali, la vita e l’opera di una scrittrice come Gianna Manzini per cui, fino dagli inizi, e poi via via nelle sue diverse stagioni, vita e opere sono state tutt’uno, sempre risolte in un fatto di linguaggio e di squisita eleganza di comportamenti stilistici. Uno scambio e una metamorfosi interiore fra la donna elegante, avvincente e desiderosa di piacere, e la scrittrice sicura prestissimo della perspicuità dei propri mezzi, che nulla faceva per piegarli e sottometterli a leggi che non fossero quelle proprie e personalissime della sua arte.»

Tratto dalla Premessa di Marco Forti