Giovanni e Vanni Scheiwiller editori. Catalogo storico 1925-1999

Giovanni e Vanni Scheiwiller editori. Catalogo storico 1925-1999

Il Catalogo storico 1925-1999, realizzato con il patrocinio e il sostegno della Biblioteca cantonale di Lugano, raccoglie un lungo periodo di storia editoriale, iniziato quasi in sordina nel 1925 da Giovanni Scheiwiller, direttore della Libreria Hoepli di Milano, con i volumetti dell’Arte moderna italiana.
Il figlio Vanni Scheiwiller (1934-1999) prende in carica all’inizio dei suoi studi universitari le edizioni All’Insegna del Pesce d’Oro, fondate dal padre nel 1951, e continua per tutta la vita il lavoro di editore. Nel 1977 fonda un secondo marchio, Libri Scheiwiller, con cui pubblica importanti collane con enti e fondazioni bancarie. Nell’apparente mimetizzazione da «piccolo editore» (di «libri-farfalla», come diceva Eugenio Montale), Vanni Scheiwiller è stato invece un importante mediatore fra poeti, artisti, scrittori italiani e stranieri (o di lingue regionali: il suo plurilinguismo resta leggendario). Tra gli autori che hanno collaborato con Scheiwiller molti sono svizzeri e ticinesi. Del resto, la famiglia Scheiwiller era originaria di San Gallo e il legame con la realtà elvetica ha sempre costituito un punto di riferimento.

Il catalogo si presenta suddiviso in tre sezioni principali che corrispondono ai marchi nei quali si è articolata storicamente la produzione.
Ai due già citati in precedenza (All’insegna del Pesce d’oro, 1936-2000 e Libri Scheiwiller, 1977-2005) si aggiunge infatti Libri d’artista, 1953-2000.
Le sezioni sono ordinate per collane. Gli elenchi dei titoli pubblicati in ognuna sono a volte preceduti da immagini in bianco e nero (scelta cromatica adottata per l’intero volume, con la sola esclusione di un sedicesimo in carta patinata) rivelatrici della pregevole accuratezza grafica che caratterizza la produzione della casa editrice.

Le collane si susseguono in ordine alfabetico e sono sempre precedute da un’accurata scheda introduttiva che ne delinea brevemente genesi e caratteristiche principali, offrendo spunti e rimandi in quantità per eventuali approfondimenti.
Anche le singole voci bibliografiche sono particolarmente ricche di informazioni: nella maggior parte dei casi compaiono, oltre a quelle più consuete, anche la tiratura, l’identificazione dello stampatore, la data precisa di impressione.
Vengono citate con frequenza anche le occasioni (mostre, convegni, ricorrenze) che hanno dato origine a un’opera o a una sua particolare edizione.

I nomi degli autori e dei contributori sono di norma immediatamente ripresi e approfonditi nelle note a piè pagina, dando vita ad una sequenza che alla fine del volume tocca quota 2200.
Spesso si tratta di stringate ma puntualissime biografie, anche se Vanni — come ci viene narrato a pagina 53 — avrebbe forse preferito chiamarle «Notizie».
Non mancano citazioni, rimandi, collegamenti che consentiranno ai lettori più interessati e pazienti non solo di utilizzare il catalogo come strumento di consultazione, ma anche di leggerlo come un interessante saggio di storia dell’editoria.

Maria Elena Daverio e Marco Magagnin