Editori e piccoli lettori tra Otto e Novecento


“Il tema della letteratura per ragazzi non era mai stato affrontato finora, in Italia, nell’ottica della storia dell’editoria”. Così scrive Gabriele Turi nel saggio di apertura di questo volume, precisando che gli studi esistenti – spesso costruiti come una successione di ritratti di autori – avevano guardato prevalentemente agli aspetti pedagogici, letterari, linguistici o figurativi, e in questo ambito avevano fornito alcuni contributi di grande spessore che non si erano limitati a sfatare il giudizio o il pregiudizio di Croce su quello che riteneva solo un prodotto “pratico, privo di vita e pregio artistico”, ma ne avevano evidenziato la funzione educativa o formativa nelle varie epoche e l’articolato rapporto tra testo e immagine.

La prospettiva di storia dell’editoria può apportare a questo tipo di indagine, attenta ai contenuti, dati materiali relativi alla produzione e alla fruizione dei testi venduti, informazioni sulle scelte ‘imprenditoriali’, sui generi letterari, le traduzioni, gli autori e gli illustratori utilizzati.

A questa nuova storia, tutta da scrivere, il volume offre un ricco panorama in termini di spunti metodologici, approcci disciplinari, ricostruzioni inedite indispensabili per affrontare nodi centrali legati alla produzione editoriale per i ragazzi come il rapporto tra scuola e lettura, il ruolo svolto dalla mediazione degli adulti, la costruzione dell’immaginario infantile, il rapporto tra stampa periodica e editoria libraria, l’influenza delle diverse concezioni dell’infanzia sul messaggio educativo proposto.

“È bene parare di editoria per i piccoli, ma non di editoria piccola”, afferma Pino Boero e in questo libro gli oltre trenta interventi che descrivono la sfaccettata e ricca realtà italiana tra Otto e Novecento sembrano confermarlo.