Il «punto di arrivo»: casa Mondadori e il laboratorio poetico dello «Specchio»

Dopo la firma del contratto, nel 1960, per la curatela del volume antologico I poeti dello Specchio che celebra i vent’anni della collana, Marco Forti entra stabilmente in Mondadori nel 1961. Il primo incarico lo vede impegnato prima nell’Ufficio stampa e pubblicità e poi, dal 1964, come responsabile del Servizio Pubblicità, dal quale coordina la promozione dei libri pubblicati dalla casa editrice procurando articoli e recensioni sulla stampa nazionale e curando personalmente il rapporto con gli autori. Lo si vede bene dalle lettere qui riportate, in cui mostra premura per un Quasimodo «geloso» di Montale dopo l’uscita del pezzo di Baldacci su Auto da fé pubblicato su «Epoca» il 3 luglio 1966 e commissiona immediatamente al medesimo recensore un pezzo da pubblicarsi sempre sul settimanale mondadoriano per riparare al danno; o quando raccoglie le rimostranze di Andrea Zanzotto che, nel maggio del 1967, lamenta la scarsa attenzione della casa editrice ai propri poeti, un «terribile affronto verso chi lavora seriamente e dà le sue opere a Mondadori». L’occasione si presta per una riflessione più ampia, e a tratti amara, sulla vita della poesia italiana, con un riferimento polemico anche ai «cinque grandi» – così Zanzotto chiama i «Novissimi» – «strombazzati a ogni piè sospinto dalla televisione, da Feltrinelli, da tutti i giornali».

Ma se i poeti della Neoavanguardia trovano accoglienza presso Feltrinelli – e poi da Einaudi, con la nuova edizione della celebre antologia nel 1965 –, lo «Specchio» continua a essere un vivace laboratorio poetico e si impone nel panorama editoriale italiano fino a diventare, di fatto, un’istituzione. Lo è già quando, tra il 1967 e il 1968, Forti – ormai affermato critico, che ha già pienamente espresso la sua linea interpretativa nei numerosi saggi pubblicati in rivista e poi raccolti nel volume Le proposte della poesia (Mursia 1963) – assume la direzione del settore poesia e lavora insieme a Vittorio Sereni (direttore letterario dal 1958) come responsabile della collana. Alle cure di Forti viene affidato anche l’Almanacco dello Specchio, che s’inaugura nel 1972 con il primo numero curato insieme a Giuseppe Pontiggia.

Nell’archivio di Marco Forti sono conservate le corrispondenze con gli autori e, spesso, anche i materiali relativi all’allestimento dei volumi: si vedano qui, a titolo di esempio, i materiali relativi a Il galateo in bosco di Zanzotto, le lettere con Cattafi e con Ungaretti e il piccolo carteggio con Fortini relativo al secondo numero dell’Almanacco.


Il volume antologico I poeti dello Specchio a cura di Marco Forti esce nel 1962 per festeggiare i vent’anni della collana, ormai diventata punto di riferimento in Italia per la poesia.


Il primo incarico di Forti in Mondadori è nell’Ufficio stampa e pubblicità: da qui commissiona contributi di promozione dei libri sulla stampa nazionale. In questa lettera del 1966 chiede a Luigi Baldacci di recensire Quasimodo sul settimanale «Epoca».


Zanzotto scrive a Forti per lamentare la mancanza di una strategia di promozione efficace della casa editrice per i poeti del proprio catalogo, mostrando insofferenza in particolare per l’eccessivo spazio dedicato dalla stampa ai «cinque grandi», i «Novissimi».


La lettera di Ungaretti, senza data, potrebbe essere riferita alla preparazione del volume Vita d’un uomo. Tutte le poesie a cura di Leone Piccioni, che nel 1969 inaugura i «Meridiani». Nella fotografia, Marco Forti, Piero Bigongiari e Giuseppe Ungaretti.


Una piccola diatriba sorge, nel 1972, tra Forti e Franco Fortini per la pubblicazione di alcuni componimenti nell’Almanacco dello Specchio n. 2, che uscirà in effetti nel 1973 senza le poesie di Fortini.


Bartolo Cattafi invia a Forti la plaquette Il buio pubblicata con Scheiwiller nel 1973; due anni dopo, nel 1975, uscirà nello «Specchio» la raccolta del poeta siciliano La discesa al trono.


A Forti Zanzotto annuncia nel settembre 1967 la prossima consegna del manoscritto della raccolta La beltà, che verrà pubblicata nello «Specchio» l’anno successivo.


Nell’archivio di Marco Forti si conservano anche tracce del lavoro dei poeti: qui alcune pagine delle bozze, con correzioni manoscritte dell’autore, della raccolta di Zanzotto Il galateo in bosco, pubblicata nello «Specchio» nel 1978.


© Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano 2020 – ISBN 978-88-85938-74-8