Gli americani in Italia

I successi americani in Italia: in modo particolare i gialli, poi la narrativa sentimentale. Gli autori più letti: John Grisham e Patricia Cornwell, anche se i loro due ultimi romanzi (La casa dipinta e L’isola dei cani) non hanno riscosso la solita fortuna di sempre. Forse colpa del fatto che Grisham ha abbandonato il tanto amato legai thriller e che la Cornwell si è allontanata dalla serie dell’anatomopatologa Kay Scarpetta. A dimostrazione che il pubblico tende a scegliere prodotti in grado di confermare le proprie attese.
 
Analizzando le classifiche settimanali dei libri più venduti, pubblicate dai maggiori quotidiani nazionali, si può ricostruire un quadro degli autori d’oltreoceano nelle librerie italiane, nell’intento di conferire un profilo un po’ più articolato – per generi e autori – alla presenza di una generica letteratura americana sul mercato nazionale. Il campo di osservazione si limita agli autori di fiction in lingua inglese di formazione e cittadinanza statunitense, pubblicati nel periodo che comprende tutto il 2001 e i primi mesi del 2002, fino a primavera inoltrata. I dati di vendita affermano che gli americani in assoluto più letti in Italia sono due autori di thriller: John Grisham e Patricia Cornwell; essi rappresentano, quanto a numero di copie vendute, la quasi totalità della letteratura americana consumata in Italia e sono inoltre tra i più notevoli protagonisti del mercato italiano.
E questo infatti il dato che risulta dalle classifiche del 2000, in cui, tra i top ten dell’anno troviamo Grisham con il legai thriller I confratelli, onorevolmente collocato più o meno a metà dei primi dieci: al sesto posto per «La Stampa», al 7° per «la Repubblica» e al 4° per il «Corriere della sera»; a sua volta la Cornwell, con Cadavere non identificato, lo segue a chiusura di classifica (al 9° posto per «La Stampa», alle soglie della classifica per «la Repubblica», al decimo per il «Corriere della sera»). Posizioni di tutto rilievo, specie per Fanno in esame, che ha visto il trionfo di Andrea Camilleri (La gita a Tindari) e Umberto Eco (Baudolino), due veri e propri campioni di gradimento per il pubblico italiano.
I consuntivi dell’anno successivo documentano però una battuta d’arresto di questi successi: le classifiche dei più venduti del 2001 non registrano infatti nessuna presenza americana tra i primi dieci. In effetti sia Grisham sia Cornwell sono costantemente presenti nella prima metà dell’anno, passandosi il testimone attorno a maggio ma, nonostante ciò, a dominare sono invece le quattro puntate della saga di Harry Potter dell’inglese Joanne K. Rowling, oltre al Wilbur Smith di I figli del Nilo e a Ritratto in seppia di Isabel Allende; per ritrovare i nostri due occorre rivolgersi alle classifiche della sola narrativa straniera, che non tengono conto della fiction italiana né della saggistica. Anche in questo modo però il loro prestigio risulta sminuito da posizioni non particolarmente esaltanti: «La Stampa» del 12 giugno 2002 mette li ultimo distretto della Cornwell a metà della classifica dei romanzi stranieri, mentre La casa dipinta di Grisham si rivela quasi un flop (beninteso, per un autore che nel 2000 si colloca tra i più venduti dell’intero anno, e non certo in termini assoluti) situandosi al settimo posto. La tendenza negativa è confermata da «la Repubblica» che addirittura non rileva nomi di americani, nemmeno nella più circoscritta classifica degli stranieri.
Su questo vistoso smacco pesa enormemente il mancato appuntamento con il Natale: benché protagonisti delle vendite fino a luglio (pubblicati entrambi da Mondadori, Grisham e Cornwell si alternano nelle loro uscite, certo secondo una precisa strategia dell’editore che evita di imbarazzare il consumatore ponendo contemporaneamente sul mercato due prodotti destinati allo stesso pubblico), l’assenza di un loro titolo tra le strenne del 2001 incide negativamente, vanificando i pur notevoli successi della prima metà dell’anno (nella classifica complessiva dei più venduti tra gennaio e luglio sul «Corriere della sera» del 9 settembre, li ultimo distretto è quinto e La casa dipinta nono). Tutto ciò a conferma del fatto, banale, che i successi commerciali più clamorosi in libreria si realizzano proprio durante la kermesse natalizia. Ma le sole ragioni di mercato non spiegano esaustivamente l’assenza americana tra i successi del 2001; è pur vero che altre novità hanno animato le classifiche di novembre e dicembre ed è pur vero che si è trattato di un anno all’insegna della saggistica e dell’attualità (oltre al clamoroso caso del pamphlet della Fallaci, sesto libro dell’anno secondo «Il Sole-24 Ore» del 12 maggio, ricordiamo che al terzo posto, nella stessa classifica, c’è L’odore dei soldi, di Travaglio e Veltri), però la tendenza negativa è già percepibile, specie per Grisham, in primavera.
E infatti a maggio che La casa dipinta appare direttamente ai vertici, in coincidenza con la sua uscita in libreria. Il dato indica chiaramente un acquisto sulla fiducia, sulla garanzia del nome: il passaparola porta a una lenta ascesa, non certo a un ingresso di botto nei top ten. Ma, nonostante l’esordio importante, ai primi posti secondo tutte le classifiche della terza settimana di maggio, il romanzo di Grisham rimane tra i primi dieci per circa due mesi soltanto e secondo «la Repubblica» non è più in classifica già dal 20 luglio. Occorre a questo punto ricordare che La casa dipinta non è il solito legai thriller, genere al quale Grisham ha legato indissolubilmente il suo nome nell’immaginario dei lettori: il romanzo ricostruisce l’esistenza dei braccianti e degli immigrati nella provincia agricola del sud degli Stati Uniti all’inizio degli anni cinquanta attraverso lo sguardo di un ragazzino, protagonista della storia e figura autobiografica dell’autore stesso. Siamo pertanto di fronte a un cambiamento su tutta la linea, che non è stato gradito dai lettori: la rapida uscita dalle classifiche settimanali e l’assenza di collocazione nella classifica annuale lo attestano. Inoltre «la Repubblica», che non distingue le novità dai tascabili, segnala un fatto curioso: come spesso accade, la novità in hard cover viene accompagnata nella sua uscita da un supertascabile, che ripropone un vecchio titolo dello stesso autore, puntando in questo modo su un effetto traino della novità sulla ristampa in economica; in questo caso l’edizione nei «Miti Mondadori» del legai I confratelli (il romanzo americano più venduto nel 2000) sorpassa nelle vendite il Grisham nuova maniera, che con ogni evidenza non miete troppi proseliti. Il dato, confermato anche dal «Corriere della sera» (cfr. il 24 giugno e il 1° luglio), dimostra che il tradimento delle attese del pubblico ha generato delusione, effettivamente palpabile anche in libreria, e che il nuovo Grisham non si adatta troppo alla lettura sotto l’ombrellone.
Intervengono insomma ragioni di ordine più letterario, estetico, a giustificare questa battuta d’arresto: con tutta evidenza, il pubblico del thriller ama le conferme. A sostegno di questa impressione un caso analogo riguarda la Cornwell. I suoi libri ruotano per lo più attorno alla figura dell’anatomopatologa Kay Scarpetta: il lettore segue, di caso in caso, l’evoluzione del personaggio, secondo uno stratagemma frequentissimo nella narrativa gialla. Il fascino di Kay Scarpetta si tinge inoltre di noir. la sua discesa nelle spire del male non la lascia indenne e la colpisce nella psiche e negli affetti, per cui il personaggio, deciso e vincente sul piano dell’attività professionale, rivela grandi fragilità e ampie zone d’ombra quanto alla sua vita privata. Forte di questa conturbante protagonista, Cadavere non identificato (l’abbiamo visto) è stato il secondo romanzo americano più venduto nel 2000.1 consensi raccolti dal successivo L’ultimo distretto sono di misura un po’ inferiore, forse anche per la stretta continuità narrativa con il precedente e per la ricchezza di riferimenti alle vicende personali di Kay, non sempre chiari ai non iniziati. A ogni modo, L’ultimo distretto si comporta bene e rimane in classifica, secondo «La Stampa», dal 3 febbraio al 31 marzo, e fino al 19 maggio tra i libri più venduti di narrativa straniera; anche se «la Repubblica» e il «Corriere della sera» attribuiscono al libro una vita un po’ più breve, si tratta comunque del romanzo americano più venduto tra gennaio e luglio 2001.
La situazione cambia all’inizio del 2002: L’isola dei cani non appartiene alla serie di Kay Scarpetta e i dati di vendita confermano la tendenza, anche per i lettori della Cornwell, a ricercare e a scegliere un prodotto che ne confermi le attese. L’isola dei cani parte infatti a gennaio 2002 già piuttosto in sordina: «La Stampa» lo tiene in classifica dal 2 febbraio al 9 marzo (poco più di un mese) e mai oltre il quarto posto; anche «la Repubblica» non registra mai posizioni superiori alla quarta, e dall’8 marzo L’isola dei cani è fuori anche dalla classifica della narrativa straniera. Nell’immaginario dei lettori dunque l’equazione Cornwell=Scarpetta, come quella Grisham=legal thriller, è molto radicata e gli scarti sono sgraditi: il pubblico dei due giallisti si dimostra, per lo meno quanto a gusti letterari, alla ricerca di conferme e tendenzialmente conservatore.
In effetti nel 2002 Grisham, ritornato al legai thriller, rinnova i vecchi successi. Secondo la consueta alternanza con Patricia Cornwell, Mondadori pubblica il legai La convocazione a fine aprile: oltre a una partenza più spettacolare del precedente La casa dipinta («la Repubblica» del 26 aprile ne segnala la new entry direttamente in prima posizione), i dati sembrano affermare una maggior tenuta del titolo che troviamo ancora ben saldo ai vertici delle classifiche all’inizio di giugno (al secondo posto secondo «La Stampa» dell’l giugno).
Il panorama del giallo americano però è più variegato: tra i molti autori si segnalano almeno Jeffry Deaver e Michael Connelly. Quest’ultimo, secondo il «Corriere della sera», si trova ai piani bassi della classifica generale per tre settimane dal 27 maggio al 10 giugno con La memoria del topo, conseguendo un traguardo certamente notevole tanto più che il romanzo era già uscito per Hobby & Work qualche anno fa. Lo ritroviamo poi sul «Corriere della sera» del 14 ottobre, al quinto posto con L’ombra del coyote: quella di Connelly è una presenza costante anche se non così vistosa, analogamente a quella del collega Deaver. Deaver compare infatti sul «Corriere della sera» nelle settimane dal 4 all’ 11 febbraio con Lo scheletro che balla e in autunno con Profondo blu, dal 30 settembre al 7 ottobre. Anche in questi casi funziona la formula del personaggio ricorrente e una tendenziale alternanza tra un episodio a protagonista fisso e uno a tema libero. Ciò conferma la tendenza alla conservazione di un meccanismo commerciale di comprovata efficacia, creando e poi mantenendo una relazione di fidelizzazione con il consumatore.
L’altro genere in cui gli americani affermano una presenza di rilievo è quello sentimentale, ma in misura decisamente più ridotta, sia per la minor diffusione del genere, sia per la forte concorrenza degli autori italiani, rappresentata soprattutto da Sveva Casati Modignani e Maria Venturi. Il 2001 vede la sempreverde Danielle Steel e il suo Dolceamaro in classifica tra alti e bassi da fine febbraio ad aprile (cfr. il «Corriere della sera» dal 25 febbraio al 1° aprile), e la veloce apparizione di Nicholas Sparks il quale, con Un segreto nel cuore, è l’unico autore americano a comparire nelle classifiche del periodo prenatalizio. Come si vede, ben poca cosa rispetto all’agguerrita schiera dei giallisti.
Al di fuori della narrativa di genere, nell’estate 2001 «la Repubblica» registra un picco di vendite del classico di Salinger II giovane Holden, ai piani bassi della classifica dei libri stranieri dal 14 al 21 luglio: l’episodio si giustifica sicuramente sulla base delle letture estive consigliate ai ragazzi delle scuole superiori. Quanto alle novità, nella primavera 2002 si afferma Jonathan Franzen con Le correzioni; preceduto da un accurato lancio pubblicitario (cartelloni in libreria, anticipazioni sulla stampa) insolito, nei modi, per l’editore, il romanzo è presente ai piani bassi dei top ten da aprile a giugno: «la Repubblica» ne segnala la presenza in quinta posizione il 12 aprile e «La Stampa» lo mette in decima posizione (ma in terza tra i romanzi stranieri) il 1° giugno. Si tratta di un esito certamente notevole, trattandosi di un autore sconosciuto al pubblico italiano, che per di più esordisce con un romanzo postminimalista di seicento pagine, dalla scrittura complessa ed elaborata, mettendo in scena le nevrosi e le angosce del ceto medio americano.
Insomma, la ricezione della letteratura americana da parte del pubblico italiano è orientata fondamentalmente al giallo: pressoché declinato ormai l’astro di Stephen King (al terzo posto sul «Corriere della sera» del 16 settembre 2001 con L’acchiappasogni, ma fuori dalla classifica in un solo mese, come conferma anche «la Repubblica»), Grisham e Cornwell si confermano punte di diamante di un genere che raccoglie la maggior parte dei consensi. La fantascienza e il fantasy infatti non sono più di moda: nonostante il lasso di tempo preso in considerazione veda l’uscita di La sacerdotessa di Avalon, di Marion Zimmer Bradley e di La strega di Iste, di Terry Brooks, autori che sono i numi tutelari del genere, nessuno di questi titoli entra in classifica. Benché parte della responsabilità vada sicuramente alla forte concorrenza di Harry Potter – che, cifre alla mano, non viene letto solo dai ragazzini – e al recupero di Tolkien sull’onda del film tratto da Il signore degli anelli, la tendenza è in atto già da tempo. A resistere all’onda d’urto del giallo rimane la narrativa sentimentale, che conta su un pubblico molto più esiguo ma fondamentalmente costante, e la letteratura per così dire alta, che non si propone come letteratura di intrattenimento (il caso Correzioni) ma che, per richiamare l’attenzione del pubblico, deve comunque mettere in atto strategie di marketing del tutto analoghe a quelle della letteratura di consumo.