La felicità in tasca, o almeno in un libro. La premessa del successo di tanti volumi dedicati al raggiungimento della perfetta armonia (con il proprio corpo, nell’ambiente domestico e familiare, con se stessi, con gli altri, sul lavoro, con l’habitat naturale, ecc.) è in fondo più semplice di quanto si possa pensare: è possibile riuscire da soli (senza analisti, psicologi, preti) a conoscere il proprio io e il segreto della vita. Ma come fare? È sufficiente comprare uno dei tanti manuali (ma in realtà uno non basta), taumaturgici e sapienziali, che affollano gli scaffali delle nostre librerie.
All’inizio sembrava un affare per pochi eletti: la felicità in tasca. E invece la Lettera sulla felicità di Epicuro, massime antichissime di un filosofo quasi esoterico, a metà anni novanta fu un vero boom editoriale. In realtà, il libriccino pubblicato da Stampa Alternativa nella collana «Millelire», portava semplicemente alla luce un fenomeno di tendenza della società, sull’onda lunga di una wave editoriale americana ormai consolidata che dà risposta a una domanda precisa. Vuoi mettere un argine alla pressione dell’inautenticità della tua vita, avvertita sotto forma di sofferenza psicofisica? Ti dico io come essere felice. In pillole, in aforismi, attraverso manuali pratici, l’editoria italiana in questi anni ha risposto, in particolare con le case editrici più grandi – Rizzoli, Mondadori, Sperling & Kupfer, Longanesi – che si sono dedicate a caratterizzare con i titoli su questi argomenti alcune loro sigle (vedi il Corbaccio per Longanesi). Ma i manuali sulla felicità hanno fatto la fortuna anche di editori come Armenia, nata come casa editrice di manualistica varia (cani, gatti, golf) e passata invece a dispensare testi che veicolano i metodi essenziali per essere felici.
La premessa di fondo di un tale successo è semplice. E si basa sulla grandissima aspettativa che ha mosso all’acquisto anche una grande fascia di non lettori: a conoscere se stessi, il segreto della vita, è possibile farcela da soli. Senza analisti, psicologi, preti. Un cambiamento molto forte nel modo di percepire il libro: al quale è stato attribuito un carattere sapienziale e taumaturgico, esteso ormai non solo ad alcuni grandi testi sacri ma a una moltitudine di prodotti editoriali, spesso con caratteristiche assai diverse tra loro.
Un giro in libreria e si esce col carrello pieno di manuali che garantiscono – soddisfatti o rimborsati – il raggiungimento della perfetta armonia con se stessi. Spopolano i vari Brodi caldi per l’anima scritti da Jack Canfield e Mark V. Hansen. Rispetto agli anni novanta, con il successo dei manuali indirizzati ai manager su come sentirsi motivati nel lavoro o più sicuri nel parlare in pubblico e usati anche nei corsi di formazione – come evoluzione del genere vedi il bestseller Chi ha spostato il mio formaggio di Spencer Johnson pubblicato da Sperling & Kupfer – ci si è allargati a un’editoria che spiega le cose essenziali per vivere in serenità. L’incrocio sincretico che ne è derivato – tutto fa brodo: filosofia orientale, buddismo zen, psicoanalisi, induismo, tantra – è un perfetto meccanismo a uso e consumo occidentale, parallelo a quel che accade nella società alla continua ricerca di sostegni esterni al proprio equilibrio interiore traballante. E che ha visto anche il mutamento del tipo di vacanza: non più nel chiasso di Riccione, ma nella calma di agriturismi e terme trasformate in vere e proprie fabbriche di felicità.
L’offerta editoriale sottende lo stesso bisogno. Partita dalla California degli anni cinquanta-sessanta con lo sviluppo del pensiero positivo e della New Age, questo tipo di saggistica ha dilagato anche grazie a case editrici, come l’americana Shambala, che hanno divulgato autori e interpreti della cultura orientale a uso e consumo americano. «L’America è un’enorme cospirazione per rendere felice la gente» ha scritto John Updike. E anche un paese molto pragmatico. In questi libri i precetti sono all’apparenza molto chiari anche se in realtà gli autori non rendono mai esplicite direttamente ascendenze o premesse psico-filosofiche o religiose. Vista più da vicino, questa manualistica svela due facce della stessa medaglia. Da un lato saggi più tecnici con sottofondo filosofico, dall’altro manuali filosofici con regole piuttosto scandite per raggiungere la felicità. Nel primo caso l’esempio classico sono i manuali del Feng Shui, che spiegano come questa tecnica aiuti a costruire meglio il proprio assetto esistenziale. Libri che aiutano a posizionare gli oggetti nella casa in un modo che può produrre un effetto positivo per l’andamento della vita. Altri testi di questo tipo sono quelli che fanno riferimento a tecniche come lo yoga, la riflessologia del piede, il massaggio shiatzu, la cerimonia del The, uno dei libri di più grande successo pubblicati dal Corbaccio lo scorso anno. Fino a Cavalcare la propria tigre. Gli stratagemmi nelle arti marziali ovvero come risolvere problemi difficili attraverso soluzioni semplici di Giorgio Nardone e Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa. Come fare ordine in casa e nella vita di Mary Lambert. Un titolo che evoca i detti delle nostre nonne e che rimanda a un insegnamento base della Mess Therapy: per cui dall’ordine pratico si passa necessariamente all’ordine mentale.
L’altra faccia della medaglia apre un ventaglio di testi più filosofici, a cui appartengono I sentieri si tracciano camminando di Thérèse Jacob Stewart e Dieci segreti per il successo e l’armonia ultimo uscito di Wayne W. Dyer, psicoterapeuta, autore di bestseller internazionali, che nelle sue pubblicazioni non pone i suoi segreti come derivati da un cammino personale di cui ci sono spiegate tutte le tappe, ma semplicemente costella i suoi suggerimenti con citazioni che vanno da Euripide a Robert Frost. Forte anche la richiesta di mercato per il caso dei libri che derivano dai maestri del pensiero. Così, dopo la lunga serie dei manuali di Osho, il bestseller I consigli del cuore del Dalai Lama, Mondadori pubblica i libri del maestro vietnamita Thich Nhat Hanh. Nell’ultimo uscito, Il segreto della pace. Trasformare la paura, conoscere la libertà, l’intera questione è riassumibile così: per essere felici bisogna vivere fino in fondo la nostra vita. Certo, il tipo di lettore che legge il Dalai Lama o Schopenhauer non sempre coincide con quello che acquista a 2 euro e 50 11 piccolo libro della calma di Paul Wilson. Antonio Riccardi, direttore editoriale della «Hard Cover» e dei «Paperback» Mondadori spiega: «Libri che soddisfano un profondo bisogno spirituale di orientamento della propria esistenza sono sempre esistiti: penso agli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola. Oggi viviamo in un’epoca in cui l’asse portante su cui si sviluppa la vita delle persone è il dovere. Questi libri aiutano a entrare in contatto con un aspetto di noi stessi che il mondo circostante tende ad assalire da ogni parte».
Un effetto rasserenante che ha avuto un riscontro anche sulla vendita di alcuni classici. Da Marco Aurelio a Seneca. Positiva anche l’operazione Adelphi di proporre Schopenauer in pillole attraverso saggi brevi come L’arte di essere felici e che ha riscoperto il filosofo di Il mondo come volontà e rappresentazione, imponendolo come autore.
La continua richiesta svela un dato di fatto: nessuno di questi manuali ha ancora colmato interamente il bisogno, diventando il nuovo Vangelo che offre le ricette giuste per dare senso alla vita. Sull’onda di questo paradosso lo scrittore canadese Will Ferguson ha narrato in Felicità® la storia di un editor americano incaricato di pubblicare manuali di auto-aiuto il quale si imbatte nel bestseller che risolve tutti i problemi. E quindi che aiuta a dimagrire, a smettere di fumare, a guarire dal vizio del gioco d’azzardo, a liberare l’energia creativa intuitiva della parte sinistra del cervello, a trovare forza, conforto, a fare soldi, a godersi resistenza e a migliorare i rapporti sessuali. In poche parole, il libro che porterà la felicità nel mondo. Divulgatore di questo tipo di manualistica onnicomprensiva Gary Zukav, autore di II cuore dell’anima, libro che conferma la ricerca, sempre più in sintesi, del riassunto dei riassunti, una specie di Bignami della felicità, da consultare all’occorrenza anche più volte al giorno nei momenti più difficili.
Ma anche in questa dimensione l’offerta è notevole. Sorpassato il concetto di tascabile, siamo ai mini-libri pubblicati da Konemann di Lilian Too sul Feng Shui, dimensioni dieci centimetri per dieci e un solo aforisma per pagina sul modello di II piccolo libro della calma. E anche II libro delle risposte, pubblicato da Rizzoli. Qui, posto un problema, basta aprire una pagina a caso e viene indicata una soluzione, o comunque l’indicazione di massima da seguire. Un testo che si basa intuitivamente sulla saggezza del libro dei Ching, di cui rappresenta la semplificazione massima a uso popolare, con forti connotazioni a carattere magico. Ma una cosa è la teoria, una cosa è la pratica. Così per chi chiede di essere accompagnato più direttamente a compiere un percorso interiore, a molti di questi libri vengono affiancati seminari dal vivo o in forma di videocassette dei vari «guru»: un tipo di promozione che dall’America, vedi il caso della medium Rosemary Altea, si sta spostando anche in Europa.
Il vero mutamento, tuttavia, è che la felicità chiama in causa, negli ultimi tempi, fattori più terreni. Primo tra tutti la salute del proprio corpo. Non più curato solo con un fitness esasperato ma attraverso tecniche più sofisticate, tese a raggiungere il benessere psico-fisico con manuali che danno indicazioni su come impiegare al massimo il proprio tempo libero e la pubblicazione di guide e libri illustrati sulle Spa. «Prima fulminati sulla via di Damasco, adesso si sta andando incontro a un consumo meno dogmatico, più intelligente anche in questo tipo di pubblicazioni» spiega Cecilia Perucci, direttore editoriale del Corbaccio che dopo l’indigestione di americani, sta tentando di aprire una via europea, meno assertiva del filone. E il caso del libro dello psicologo francese Francois Lelord. Nel suo 11 viaggio di Hector o la ricerca della felicità Lelord ha scelto come protagonista uno psichiatra che, dopo essersi accorto che i suoi pazienti non sono malati ma solo infelici, decide di fare un giro del mondo alla ricerca dei motivi di questo malessere. Un cammino iniziatico che ricorda quello del Piccolo Principe. Soltanto che stavolta la divisa è un camice e l’omino bianco ritorna a casa scoprendo che la felicità cambia moltissimo da paese a paese. Un concetto che ha poco di sapienziale e molto di relativismo culturale: la felicità assoluta, uguale per tutti, non esiste.