«Arquiteto. Comunista. Centenário. O único brasileiro do século XX cuja obra durará mil anos». Questo è stato e sarà Oscar Niemeyer, uno degli architetti più prolifici di sempre, morto a Rio de Janeiro il 5 dicembre 2012. Avrebbe compiuto 105 anni il 15 dicembre.
Oscar Niemeyer Soares nasce infatti il 15 dicembre 1907 a Rio de Janeiro, dove nel 1929 si iscrive alla sezione di architettura dell’Escola nacional de belas artes, diretta dal 1930 da Lucio Costa che le imprime una forte connotazione modernista. Nel 1936 sarà lo stesso Costa a invitare Niemeyer a far parte del gruppo di progettisti che collaborerà con Le Corbusier all’ideazione del nuovo Ministero dell’Educazione e della Sanità di Rio, poi realizzato autonomamente dal giovane architetto (1936-1943). Nel 1939 Niemeyer collabora con Costa alla messa a punto del padiglione brasiliano dell’esposizione internazionale di New York. Tre anni dopo il sindaco di Belo Horizonte, Juscelino Kubitschek gli affida la progettazione delle attrezzature per il tempo libero e della cappella di San Francesco del complesso di Pampulha che sanciscono il riconoscimento internazionale.
Nel 1947 fa parte del gruppo degli architetti incaricati della realizzazione della nuova sede delle Nazioni unite di New York, portata poi a compimento da Wallace Harrison e Max Abramovitz utilizzando i progetti di Le Corbusier e di Niemeyer. L’edificio Copan a San Paolo (1950) declina a grande dimensione le forme libere e le superfici curve che arricchiscono l’impostazione funzionalista dei progetti di Niemeyer. Nel 1950 Satarno Papadaki gli dedica il primo studio nonografico The Work of Oscar Niemeyer.
A partire dal 1957 Kubitschek, divenuto presidente della Repubblica brasiliana, gli affida il progetto degli edifici pubblici della nuova capitale Brasilia. Il Palazzo della Alvorada (1957), ossia la residenza ufficiale del presidente della Repubblica; il palazzo del Planato (1958-1960), sede del governo, la sede del tribunale federale (1958-1960), la sede del congresso nazionale (1958); il palazzo degli archi – Itamaraty – (1962-1964), sede del ministero degli esteri; la sede del ministero della difesa (1968) oltre alla cattedrale (1959-1970. Brasilia è una monumentale campagna dell’uomo per costruire una nuova capitale nel desolato centro del paese a migliaia di chilometri da qualsiasi altra grande città.
La notorietà di Niemeyer diventa assoluta – anche se spesso la sua opera viene accusata di formalismo dai critici più intransigenti – ma dopo il colpo di stato militare del 1964, l’architetto, che non rinnega le proprie convinzioni politiche, trova difficoltà nel continuare la propria attività in Brasile, per cui intraprende frequenti viaggi in Europa, soprattutto a Parigi, dove realizza la sede del partito comunista francese (1965-1967) e la casa della cultura a Le Havre (1972-1982). In Italia porta a compimento il palazzo Mondadori di Segrate (1968-1975), la sede della FATA Engineering a Pianezza (1976-1981) e della cartiera Burgo a San Mauro Torinese (1978-1981), opere nelle quali perviene a una perfetta coincidenza tra forma e struttura. Nel 1985, cessata la dittatura, Niemeyer decide di fare ritorno nel proprio paese.
Un corposo fervore plastico torna a caratterizzare gli ultimi lavori dell’architetto, tra i quali la passarela do Samba a Rio de Janeiro (1983-1984) e il museo d’arte contemporanea a Niteròi (1991-1996).
Noto per il suo profondo impegno sociale, nel 1988 riceve a Chicago il prestigioso Pritzker Architecture Prize. Nel 1996 il Brasile partecipa alla Biennale di Venezia con un padiglione dedicato alle opere del grande architetto.
Tra i lavori più recenti di Niemeyer, che ha rifiutato di partecipare al progetto per la ricostruzione del World Trade Center di New York, figurano il progetto per l’auditorium a Ravello del 2000 e il padiglione per il Serpentine Gallery di Hyde Park a Londra del 2003.
Nel novembre del 2006, a 98 anni, Niemeyer si risposa con la sua segretaria Vera Lucia Cabreira. Malgrado gli acciacchi di salute dell’età avanzata rimane attivo sino alla fine. Chiude i suoi giorni nello studio di Copacabana, da dove supervisiona i progetti rivedendo anche i disegni uno a uno.
Con lui se ne va uno degli ultimi artisti che progettava con gusto rinascimentale: il primato dell’intelligenza umana che modella e plasma la natura e i materiali a sua immagine.