Dentro la rete di Wattpad: un labirinto di storie condivise

Wattpad è una delle piattaforme di social reading più frequentate a livello planetario. Pubblicata in 50 lingue, navigata da 80 milioni di Wattpaders, contiene 400 milioni di storie, scritte e lette in modalità collaborativa da miriadi di “screttori” uniti in reti tecno-sociali di grande complessità. Il contributo ne propone una rapida perlustrazione, che tende a dar conto della sua struttura e delle azioni di «bracconaggio» che, evocando de Certeau, si stanno configurando negli ambienti in cui testi, paratesti, infrastrutture di mediazione, lettori, stanno assumendo profili nuovi, alla ricerca di una mappa che ci consenta di orientarci e anche, forse, di rassicurarci.

 

Nel contesto fluido e dinamico delle forme che la lettura sta assumendo in ambiente digitale, la piattaforma Wattpad (https://www.wattpad.com) presenta molti motivi di interesse, disposti lungo i confini ancora incerti del social reading, il cui modello di analisi più noto è costituito dalla tassonomia delle pratiche di lettura elaborata nel 2010 da Bob Stein dell’Institute for the Future of the Book, che prevede una quadruplice partizione: «Discussing a book with friends and acquaintances», «Discussing a book online», «Discussing a book in a classroom or living room book group», «Engaging in a discussion IN the margin» (A Taxonomy of Social Reading: a proposal, Institute for the Future of the Book, 2010, http://futureofthebook.org/social-reading/introduction/index.html). Il social reading può dunque essere pensato come un’area del vasto arcipelago della lettura, che continua a trasformarsi nelle forme dei testi, dei profili cognitivi dei lettori, delle funzioni dei soggetti della mediazione editoriale e comunicativa (editori, librai, bibliotecari), nei contesti storici, sociali, culturali.

Wattpad è un ambiente di social reading fondato nel dicembre 2007 a Toronto da Allen Lau e Ivan Yuen, due giovani imprenditori nel campo delle culture digitali; attualmente è pubblicato in 50 lingue, con netta prevalenza dell’inglese, conta su circa 80 milioni di utenti, per il 90% riconducibili alle generazioni Y (millennial) e Z, nati a partire dal 1981. Contiene oltre 400 milioni di “storie” (dato relativo al 2017), cioè racconti e romanzi costruiti in modalità partecipativa e collaborativa tra autori e lettori. Gli utenti vi trascorrono mediamente 37 minuti al giorno, per circa 23 miliardi di minuti mensili complessivi (fonte: Wattpad, https://company.wattpad.com/). Le storie pubblicate gratuitamente costituiscono l’elemento centrale e il tessuto vitale della piattaforma, dal momento che, con le parole di Wattpad, «They’re not static. They’re living. Breathing. They change and they change you».

Cerchiamo ora di capire meglio come questi elementi dell’identità di Wattpad vengono definiti nell’organizzazione dei contenuti e delle interfacce. La homepage cui accedono i non iscritti è molto sobria, e posiziona ben in evidenza due pulsanti che danno avvio alle attività fondamentali: Comincia a leggere e Comincia a scrivere; da subito si comunica all’utente: «La tua storia potrebbe… / Diventare il prossimo film di successo / Diventare una serie tv / Diventare un libro». Questa amplificazione del desiderio è esemplificata con l’immagine di uno dei libri di maggior successo originati dalla piattaforma, After di Anna Todd, romanzo del 2014, parte di una serie da cui è stato tratto un film distribuito nel 2019. Nato come una fanfiction ispirata a Harry Styles, membro del gruppo rock anglo-irlandese degli One Direction, After è diventato un caso letterario in molti paesi, tra cui Stati Uniti e Italia. Sperling & Kupfer, l’editore italiano, ha anche cercato di utilizzarne l’effetto di traino realizzando la collana I classici di After, e pubblicandovi opere come Anna Karenina, Orgoglio e pregiudizio e Cime tempestose. Qui si colloca l’invito a utilizzare le caratteristiche collaborative dell’ambiente di scrittura, con la funzione Condividi la storia, potrebbe essere il prossimo successo, magari avvalendosi dell’aiuto dei Wattpad Studios, servizio predisposto per favorire collaborazioni con il mondo del cinema.

Le storie sono raggruppate per classiche categorie (tra cui Avventura, Fantascienza, Romanzi rosa, Teen Fiction); accanto alla navigazione per categorie è attiva la funzione Storie in primo piano. La visualizzazione dei contenuti di ogni storia è gerarchica. L’accesso è mediato da un formato grafico che include copertina, titolo e nome (generalmente un nickname) dell’autore, un breve abstract, l’indicazione del grado di “chiusura” del testo con il termine «Completato», i tag attribuiti dagli autori, che raggruppano altre storie, moltissime delle quali scritte in modalità fanfiction. After 2 di Anna Todd, ad esempio, è indicizzato con i termini «after», «after2», «annatodd», «hardinscott», «tessayoung», cioè titoli e nomi dei personaggi. Le storie possono essere valutate con stelline e commenti da parte degli iscritti alla piattaforma. Quanto alla scrittura le azioni sono avviate con la funzione Scrivi, che consente di immettere il testo, descriverlo individuandone i personaggi principali, assegnare tag, selezionare genere, target di lettori, lingua, copyright, e scegliere con l’opzione On/Off se il testo debba essere destinato solo a un pubblico adulto.

Completate le procedure di iscrizione, la pagina iniziale personalizzata visualizza opzioni connesse alla popolarità delle storie, con il raggruppamento Sulla bocca di tutti; altre scelte sono adattate al profilo (Scelte per te), allo stato di completamento del testo (Completed Stories), al grado di diffusione (Di tendenza), alle relazioni algoritmiche convergenti o divergenti delle storie tra di loro (Ti piacerà anche, Prova qualcosa di diverso dal solito), al piacere serendipico della scoperta casuale (Storie da scoprire). A ognuno dei testi, e anche ai singoli segmenti, sono associati i commenti dei membri della community, i cosiddetti Wattys o Wattpaders. Ad esempio la storia E io rimango qui per te, elaborazione fanfiction della saga fantasy Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo di Rick Riordan, propone questo testo nel paragrafo 5: «Annabeth bacia Percy per poi allontanarsi salutandoci con la mano. Ricambio il saluto sorridendo, non ho provato niente mentre le loro labbra si incontravano, la mia cotta per Percy è veramente sparita».

Ed ecco i commenti, dai quali sono stati eliminati quelli che contenevano termini triviali:

Vallo a dire a Will che fra poco rischia la depressione (Will è il semidio Will Solace, figlio di Apollo e Noemi Solace, che ha una relazione affettiva con Nico d’Angelo)

Vallo a dire al mio povero fratello che sto piangendo l’oceano Pacifico per colpa tua (con una risposta: Pasy approva)

Dillo a Will allora

[Tre emoticon che esprimono forte divertimento]

Bene. Ora vai da Will che è disperato che manco una donna con le mestruazioni

 

La letteratura su Wattpad esaminata ha consentito di differenziare alcuni temi e orientamenti principali. Il primo analizza Wattpad in quanto “esempio” di un virtuoso collegamento tra reti sociali e industrie culturali creative; il secondo ne discute i possibili utilizzi in ambito didattico; il terzo prende in esame le modalità secondo cui la piattaforma potrebbe concorrere al conseguimento dei fini propri dell’industria editoriale. L’ultimo atteggiamento, uno dei più interessanti, è finalizzato all’analisi dei dati contenuti in Wattpad come fonti per lo studio delle pratiche di lettura.

 

Non è semplice rappresentare discorsivamente la fisionomia fluida e in continuo movimento di Wattpad, che sull’intreccio tra desiderio di narratività e pratiche proprie delle reti sociali ha costruito la propria identità, e il proprio ormai ragguardevole “successo”. Proprio per questo è ancora più necessario cercare di definire una metodologia di analisi non meramente impressionistica, attenta e accorta, che anzitutto deve descrivere la configurazione dell’ambiente, e in secondo luogo elaborare e proporre ipotesi di interpretazione, a partire dai dati acquisiti e dalle inferenze suscitate dallo studio delle azioni consentite grazie alla modulazione delle interfacce, la cui forma estetica e cognitiva è ciò con cui i Wattpaders interagiscono. Forse non è inutile affermare che ciò che accade in Wattpad sono effettive pratiche di lettura, e in questo senso la piattaforma non fa che esplodere, lungo l’orizzonte indefinito dei dati digitali organizzati in modalità “social”, ciò che da sempre è accaduto in tutti gli altri contesti in cui la lettura è stata storicamente praticata. Con ciò voglio rilevare che per quanto la letteratura di riferimento sulla lettura, semplificando un po’, vada in cerca di sequenze ordinate di cause e di effetti da esse dipendenti, non per questo la lettura ha dismesso la propria più intima configurazione, che è quella di essere costitutivamente reticolare. In questo senso, dunque, le pratiche di lettura documentate in Wattpad dispongono di un cospicuo valore documentario, in modo non dissimile da quelle trascritte nel Reading Experience Database, il database che raccoglie circa 30mila descrizioni dell’atto del leggere elaborate in Gran Bretagna e Irlanda tra 1450 e 1945 (consultabile all’URL http://www.open.ac.uk/Arts/RED/index.html). Con la concretezza dinamica della sua pervasività fluida e mercuriale, la lettura si adatta omeostaticamente a ogni ambiente informativo nel quale siano presenti i suoi costituenti elementari: testi, paratesti, supporti materiali con funzione comunicativa, lettori. Problemi di tutt’altra natura, che riguardano essenzialmente il campo delle teorie della letteratura, sono quelli che comporta la valutazione di quanto le forme ormai consolidate di lettura e scrittura collaborativa concorrano a decostruire il “canone occidentale”, e di quali forme di letterarietà si stiano individuando, grazie all’azione congiunta della miriade di “screttori” – crasi come noto di “scrittore” e “lettore”, neologismo creato da Derrick de Kerckhove, che lo ha modellato su “prosumer” (producer e consumer) – che ne producono innumerevoli varianti.

Wattpad, nella sua configurazione strutturale, non differisce se non nella scala quantitativa dalla moltitudine di altre reti secondo le quali la lettura concretamente si organizza: seleziona, valuta, pubblica, comunica, e lo fa lasciando agire gli strumenti tecno-cognitivi della partecipazione e della collaborazione. In più questo già smisurato zibaldone, i cui hub sono stati più volte richiamati, è parte di una molteplicità di altre reti (sociali, editoriali, transmediali ecc.), piccole e grandi, tutte tra loro interconnesse, o, come avrebbe scritto Michel de Certeau, «embricate» le une dentro le altre, che nel loro insieme coproducono lo smisurato Giant Global Graph preconizzato già nel 2007 dal creatore del Web, Tim Berners-Lee, che ospita le intelligenze degli umani e delle macchine, ed entro il quale si collocano le nostre opzioni presenti e future, forse solo in apparenza fondate sulla “coscienza” della nostra peculiare individualità. Questa prospettiva, certamente inquietante, è ad esempio sviluppata in un interessante articolo che cerca di definire un modello statistico e probabilistico, in base al quale “calcolare” il successo editoriale di un libro, Success in Books: Predicting Book Sales Before Publication, di Xindi Wang, Burcu Yucesoy, Onur Varol, Tina Eliassi-Rad e Albert-László Barabási («EPJ Data Science», 8 [2019], n. 31, pp. 1-20).

Tuttavia, anche da questa sommaria perlustrazione, rimane la consolazione di comprendere un po’ meglio, anche solo per divergenza, che la lettura, ogni tipo di lettura, è da sempre immersa in un ambiente che ha la forma della rete, in cui cause ed effetti si scambiano inaspettatamente il ruolo, e in cui convivono Giordano Bruno e Domenico Scandella detto Menocchio, Giosuè Carducci e Edmondo De Amicis, Fabio Volo e Ian McEwan.

Del resto già Virginia Woolf, ben prima che questi processi si profilassero nella storia della cultura e in quella della letteratura, aveva evocato con convinzione la figura del «lettore comune», e la sua lettura «malcerta e sgangherata» che tuttavia concorre, in opposizione a quella della critica, alla «assegnazione finale degli allori poetici» (Il lettore comune. Sul dorso di un’idea, Il Melangolo, 1995, pp. 9-10).

Ciò che auspicherei, per concludere, nel bel mezzo del frastuono scheggiato della moltitudine inesauribile dei dati, è la nascita di una attenzione esegetica rivolta a quanto accade nel ventre testuale delle varie province del Web; una sorta di ermeneutica digitale saldamente radicata nei fenomeni antropologici e linguistici che in esse si manifestano, e che vada in cerca della mappa, forse mitica, che assicuri una parvenza di forma a tutte le regioni dell’impero dei segni.