Domenico Porzio nasce a Taranto il 3 novembre 1921, primogenito di Francesco, un fornitore navale originario di Torre del Greco (Napoli) e Assunta Basile, di Ospedaletto d’Alpinolo (Avellino).
Nel 1929 la famiglia si trasferisce a Milano; Porzio frequenta la classe quarta della scuola elementare Cesare Melloni di viale Molise.
Nel 1931 frequenta il Ginnasio Giovanni Berchet, dove ha come «amici d’aula e di corridoio» del Buono e Cambon, Manganelli e il futuro don Milani. Con Oreste del Buono dà vita alla rivista letteraria «La Giostra».
Nel 1939 consegue il diploma di maturità al Liceo Carducci e si iscrive alla facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università degli studi di Milano.
Nel periodo universitario è membro dei Guf (Gruppi universitari fascisti) e pubblica alcune poesie e articoli su «Pagina del Guf» e «Libro e moschetto».
Nel [1943] con Marco Valsecchi e Niccolò Visconti fonda la rivista letteraria «Uomo» e successivamente dà vita a una serie di edizioni sotto la sigla Edizioni di Uomo (1944) che cessa l’attività nel [1950].
Nel [1944] viene arrestato e portato nel carcere di San Vittore per attività antifascista, e in seguito liberato per intervento di Giò Ponti.
Risalgono agli anni 1945-1946 alcune sue collaborazioni per il «Politecnico» di Vittorini.
Dopo il conseguimento della laurea in medicina, avvenuto il 10 novembre 1947, lavora per due anni all’Ospedale dei Tranvieri di Milano.
Inizia a collaborare con il settimanale «Oggi», allora diretto da Edilio Rusconi, come critico e giornalista, redige la rubrica di recensioni letterarie Il sofà delle muse e, per anni, anche una rubrica non firmata di consigli medici; il suo ingresso nella redazione della rivista sancisce il definitivo abbandono della professione di medico.
Il suo matrimonio con Franca Albertini è celebrato il 15 maggio 1950 da padre Davide Maria Turoldo.
Il 2 maggio 1951 nasce il primogenito Giovanni; seguiranno Francesco (8 luglio 1954) e Michele (14 ottobre 1960).
Nel quadro di un tentativo di rinnovamento del settore, Andrea Rizzoli lo chiama a dirigere l’area editoriale libri della casa editrice Rizzoli dandogli carta bianca. Lascia così il settimanale e sarà artefice di iniziative editoriali di successo come, nel 1963, la nuova collana “La scala”.
Risale agli ultimi mesi del 1965 il suo passaggio alla casa editrice Mondadori: l’assunzione è ufficializzata con lettera del 1 aprile 1966 nella quale si attribuisce a Porzio la qualifica di Direttore dei servizi stampa e Assistente del presidente.
Qualche anno più tardi, nel giugno 1969, un ordine di servizio dell’azienda specifica che: «Domenico Porzio, fino a oggi Direttore dei servizi stampa del settore editoriale, passa alle dirette dipendenze del Presidente, assumendo il titolo di Direttore per le relazioni pubbliche e con la stampa», ruolo che manterrà sino al 1983, quando, nel quadro di una definizione delle posizioni e nomine dell’Area editoriale, con ordine di servizio aziendale del 31 marzo si precisa che «[…] Il dott. Giulio Bollati ed il dott. Domenico Porzio, che mantiene la qualifica di Direttore e svolge funzioni di rappresentanza su richiesta della Presidenza, sono nominati Consulenti del Direttore Generale, dott. Leonardo Mondadori. Competenze loro in questo ruolo l’individuazione di nuove iniziative editoriali, l’avvio di progetti in nuovi segmenti di mercato e la ricerca di nuovi autori. Il dott. Bollati ha, in particolare, incarichi specifici nel settore degli economici; il dott. Porzio, oltre a mantenere una supervisione sui premi letterari e sui rapporti con la stampa per gli autori italiani, ha incarichi specifici nel settore dei cataloghi d’arte e delle pubblicazioni connesse o derivanti da manifestazioni culturali ed artistiche».
Successivamente con ordine di servizio del dicembre 1983 «viene costituita l’unità Cataloghi d’arte […] L’unità è retta, ad interim, dal dott. Leonardo Mondadori, che si avvale della collaborazione dei signori: Domenico Porzio, per l’esplorazione del mercato e l’individuazione dei contatti utili allo sviluppo della linea di prodotto; Cristina Poma che, oltre ad affiancare il dott. Porzio […]».
La collaborazione con Mondadori cesserà temporaneamente nel 1985 con la richiesta di prepensionamento.
Nel 1986 gli viene affidato l’incarico di consulente della presidenza dell’Aie (Associazione italiana editori) per la preparazione dei numeri del «Giornale della Libreria».
Nel novembre dello stesso anno è consulente editoriale nell’ambito della Divisione Libri della RCS Rizzoli Libri, collaborazione alla quale porrà fine nel luglio 1988.
Nel novembre 1988 firma un contratto, della durata di un anno, di collaborazione esterna editoriale per il Settore libri Arnoldo Mondadori editore.
In tutti questi anni affianca sempre alla carriera editoriale l’attività giornalistica, collaborando con «il Corriere della Sera», «La Repubblica», «Epoca», «Panorama», «Storia Illustrata», «Il Milanese». Nel rimandare alla bibliografia allegata per un quadro esaustivo della sua ricca produzione in campo letterario, ricordiamo, tra i volumi pubblicati: Chiamatelo Cristoforo Colombo (De Agostini, 1962), Elogio della libertà (Ferro, 1970), Incontri e scontri col Cristo (Ferro, 1971), La provocazione (Ferro, 1972), Vangelo secondo Borges (dramma teatrale realizzato per il Teatro stabile di Torino, 1972), Conoscere Picasso (Mondadori, 1973), Con Montale a Stoccolma (Ferro, 1976), Coraggio e viltà degli intellettuali (Mondadori, 1977). Vanno inoltre ricordate le antologie di narrativa uscite per Martello (Le più belle novelle di tutti i paesi). Esperto dell’opera di Borges, ha dedicato allo scrittore argentino una monografia (Jorge Luis Borges, Studio tesi, 1985) e ne ha curato Tutte le opere edite per Mondadori, nella collana “I Meridiani” (1984-1985)
Muore d’infarto a Cortina il 15 agosto 1990.