Una serie di eventi sgradevoli durante un soggiorno a Forte dei Marmi nel settembre 1926 portano Thomas Mann ad un confronto con un’atmosfera mai percepita nel corso delle sue precedenti visite in Italia.
Dall’esperienza a Forte dei Marmi nascerà il racconto Mario e il mago, scritto di getto nell’agosto 1929 durante una vacanza sul Mar Baltico e pubblicato all’inizio del 1930. In esso Mann descrive l’irrazionalismo nazionalista nelle sue forme più scioviniste e la manipolazione delle masse operata da uno pseudo-oratore.
Lettera di Thomas Mann a Enzo Ferrieri, 14 aprile 1927 [conservata al Centro Manoscritti presso l’Università di Pavia]


Le lettere di Thomas Mann a Enzo Ferrieri risalgono proprio agli anni che vanno dall’esperienza a Forte dei Marmi alla stesura del racconto. Mann si vede costretto a rifiutare più volte l’invito di Ferrieri a venire a Milano. Nella primavera del 1927 decide di esporre con franchezza «al collega e al compagno» i motivi del suo rifiuto, comunque provvisorio e legato alla particolare situazione politica. Rispetto alle altre missive a oggi conosciute, scritte tutte in concomitanza con la stesura del racconto o in seguito, nella lettera a Ferrieri del 14 aprile 1927 Mann dà un resoconto molto dettagliato della sua esperienza a Forte dei Marmi. In particolare descrive l’esperienza della figlia Medi, all’epoca di sette anni, ma con l’aspetto di una bimba di cinque o sei, che corre nuda sulla spiaggia verso il mare per pulirsi dalla sabbia. Fatto che scatenò l’indignazione di alcuni bagnanti italiani e che si concluse con il pagamento di un’ammenda, motivata con una presunta offesa del senso di pudicizia dell’ospitale Italia. Anche altri episodi avvenuti nell’Italia di quegli anni gli fanno temere per la sua incolumità, ad esempio la mancata autorizzazione al politico tedesco di sinistra, Hellmut von Gerlach, a entrare in Italia. Ma c’è anche il timore di essere finito su una lista nera del fascismo, nutrito dal sequestro di un giornale milanese, riportante una recensione, corredata da citazioni, del suo Rendiconto parigino.
Tuttavia, Mann esprime a Ferrieri l’auspicio di poter venire prima o poi in Italia per incontrare personalmente i colleghi a Milano. Tre anni dopo esprimerà lo stesso desiderio anche a Lavinia Mazzucchetti.