Il lavoro di Anna Banti non si riduce alla narrativa e la nascita della rivista «Paragone» ne è le prova; nonostante questo, raramente, nei saggi che la riguardano, viene ricordata la sua attività di critica letteraria, benché questa sia stata puntualmente attuata attraverso le pagine della rivista «Paragone».
La pubblicazione in volume di alcuni articoli di analisi letteraria vuole valorizzare l’attività critica di Anna Banti. L’opera è richiesta sin dal 1959dalla Direzione Letteraria del Saggiatore, che sceglie come interlocutore privilegiato Niccolò Gallo, direttore in quegli anni per la Mondadori delle collane “Narratori italiani” e “Medusa degli italiani”.
Per l’autrice, che ha già smarrito durante i bombardamenti due sue opere (Artemisia e Il bastardo), risulta complesso riuscire a reperire i dattiloscritti precedenti al 1944, e per questo Gallo si fa promotore di una vera e propria attività di recupero di tutto quanto era stato allora edito dalla Banti a proposito di critica letteraria. Questo impegno editoriale nuovo viene visto dalla Banti come un buon modo per fornire «la chiave di certi miei interessi, anche narrativi» nonostante un sentimento di diffidenza, come lei stessa svelerà a Gallo, per la sua attività critica.
Il volume, dopo una difficile scrematura tra i numerosissimi articoli bantiani, viene pubblicato nel 1961 con il titolo Opinioni, difeso strenuamente dalla scrittrice che trova quello suggerito da Gallo troppo ridondante: «il fatto è che “Opinioni critiche” non mi persuade. Mi sembra che già in “opinioni” è implicito il “critiche” – e non “private” e io volevo appunto attutire la eventuale impressione di saccenteria che il lettore poteva ricevere. Tagliamo la testa al toro e diciamo semplicemente: “Opinioni”: cioè discorsi opinabili.» (lettera del 13 luglio 1961 ad Alberto Mondadori).
Il titolo sembra così rispondere pienamente a quanto dichiarato nella prefazione dell’opera: una raccolta di interventi critici in un’accezione “appassionata” del termine «sfoghi, comunque, di quel ribollire di pensieri e di dubbi che ogni scrittore cosciente è avvezzo a sopportare ogni giorno».


Il rapporto con Niccolò Gallo è di profonda stima: la Banti rimanda a lui una parte delle scelte per il volume Opinioni, proprio in relazione alla novità del tema trattato, ovvero i suoi contributi critici.


Il problema della datazione nei lavori critici della Banti risulta complesso anche in relazione alla necessità di trasferimenti improvvisi durante gli anni della guerra, che non le hanno permesso un’accurata archiviazione dei materiali.


Il titolo del volume proposto da Gallo su suggerimento di Sereni non è piaciuto all’autrice che insisterà con la Direzione Letteraria e con Alberto Mondadori per mantenere il suo generico Opinioni, nonostante l’iniziale proposta di Alberto Mondadori di Manzoni e noi, titolo di uno dei contributi.