Librerie, remainder e un Maremagnum virtuale

Il commercio dei libri in Rete rappresenta uri importante settore dell’e-commerce. Se la maggior parte dei siti sembra limitarsi all’estensione numerica del catalogo e della clientela, Maremagnum.it rappresenta un interessante caso di evoluzione qualitativa della libreria virtuale. Concepito come piattaforma di librerie, svolge una proficua funzione di intermediazione e introduce, nel mercato del fuori-catalogo, la formula del marketplace.
 
Dicono i dati che, per gli italiani, il libro si adatta bene all’e-commerce: in effetti, non è deperibile, sopporta bene gli urti, non presenta parti fragili, né rischia, una volta giunto a casa dell’acquirente, di risultare più largo o più stretto del previsto. E infatti, nonostante i naviganti privilegino soprattutto i servizi (turistici, assicurativi e via dicendo), le librerie virtuali si presentano in folta schiera sul web, al punto che il prodotto editoriale (musica compresa, però) costituisce, dopo gli articoli tecnologici e l’abbigliamento, un’importante fetta degli scambi di merci in Internet.
Più precisamente, le librerie virtuali italiane, secondo «Il Sole 24 Ore» del 6 febbraio 2009, vedrebbero il loro leader di settore in Ibs.it, posseduto dall’importante gruppo distributivo Messaggerie. Ma nella partita entrano anche gli editori: in primis Mondadori, con Bol.it, e Feltrinelli che, in Rete con laFeltrinelli.it, affianca un riconoscibile mediastore virtuale alle sue diffuse catene di punti vendita. Anche le singole librerie indipendenti, altro anello della filiera editoriale, investono sul web: tra le più prestigiose c’è il caso di Hoepli.it, che ripropone in Rete il catalogo della sua storica sede nel centro di Milano.
Insomma, il panorama è variegato e composito, e sembra seguire le stesse articolazioni del mercato reale: le librerie specializzate, in saggistica scientifica o manualistica universitaria per esempio – come Unilibro.it, o Libreriauniversitaria.it, che propone anche il catalogo scolastico – convivono accanto agli onnivori megastore, dove il libro è solo uno dei prodotti proposti, accanto alla musica (spesso venduta sotto forma di mp3 scaricabile, oltre al tradizionale cd), al cinema (dvd), all’intrattenimento (videogiochi, giochi da tavolo, puzzle) e quant’altro possa servire per il tempo libero in casa. Da un lato si può così affermare che la libreria virtuale si diversifica da quella reale in termini vistosamente quantitativi, vuoi per l’impressionante vastità dei cataloghi proposti, naturale conseguenza della dimensione virtuale che libera lo spazio espositivo dai limiti fisici (e dai conseguenti vincoli economici, di affitto e gestione) del negozio e del magazzino, vuoi per il numero di potenziali utenti, enormemente allargato; dall’altro però, dal punto di vista dell’articolazione della tipologia del punto vendita, reale o virtuale che sia, il commercio dei libri non sembrerebbe manifestare, sulla Rete, differenze qualitative di rilievo.
Tant’è che, accanto alla consueta distinzione tra megastore e librerie specializzate, si ripropone, anche per il mercato on line, la distinzione tra il circuito dei libri in catalogo e quello dei libri fuori catalogo. In altre parole, anche la Rete presenta i suoi remainder. Un remainder virtuale è un’ottima opportunità per il lettore, che può ordinare il desiderato volume, esaurito e non ristampato, da casa o dall’ufficio, senza incerte peregrinazioni da un capo all’altro della città, con notevole risparmio di tempo e di energia. Ed è un’ottima opportunità anche per l’operatore, che riesce a farsi vedere, con la Rete, dagli altrimenti difficilmente raggiungibili utenti di altre città (e di altri paesi), allargando così la sua notorietà e il suo giro di clientela, il che in molti casi può significare la sopravvivenza.
Anche in questo più ristretto circuito, la varietà dei siti è piuttosto ampia, ma sembra sostanzialmente omologa, nelle sue articolazioni, alle tipologie di remainder che si trovano nelle città italiane. Abbiamo infatti, per cominciare, il più classico negozio virtuale di libri a metà prezzo: Gullivertown.it, per esempio, che propone i generi consueti del settore, come manualistica (cucina, giardinaggio), libri illustrati (arte, atlanti), libri per bambini. Né può mancare l’usato: Libraccio.it permette di comprare i libri posseduti dai propri punti vendita, o di ordinare ex novo titoli di varia e di scolastica. In questo caso, l’usato si associa al nuovo, attraverso una partnership con Ibs.it. Ma, nonostante ciò, sembra che la tendenza dell’e-commerce di libri fuori catalogo sia quella di costituirsi come vetrina on line di un’unica libreria, vuoi reale (il citato caso di Libraccio), vuoi solamente virtuale, come Nidabalibri.com, società di distribuzione all’ingrosso e al dettaglio di libri a metà prezzo, fondata (guarda un po’) da alcuni librai della storica libreria Accademia, il celebre remainder milanese scomparso recentemente dalla Galleria, e ricomparso a sfidare, in Rete, l’omologazione dei mercati.
A confondere un po’ le categorie si pone il caso di Maremagnum.com. La formula del sito è, infatti, quella del marketplace, vale a dire della piazza virtuale: sul modello di eBay, imitato anche dal colosso Amazon che, allargatosi negli anni ben oltre il semplice commercio dei libri, ha adottato anche questa formula, per marketplace si intende un sito di intermediazione, che mette in contatto venditori e compratori, fornendo uno spazio virtuale di esibizione delle merci, un vero e proprio mercatino. Maremagnum rientra in questa tipologia, con la differenza che non mette in contatto i privati tra di loro, per favorire lo scambio indifferenziato delle mercanzie, ma mette in mostra i cataloghi delle singole librerie che si associano, e collega così, direttamente, l’utente finale alla libreria antiquaria. Quest’ultima non deve spendere denaro e tempo per mantenere il proprio sito Internet, e può occuparsi solo di rifornirsi e vendere, mentre il lettore può trovare, in un unico sito, i volumi che sta cercando con una semplice ricerca nel database. Maremagnum è dunque una piattaforma di librerie, unite dalla comune scelta di trattare libri fuori catalogo, e rivolte a un’utenza finale costituita di lettori appassionati o di studiosi (pubblico notoriamente ristretto ma saldissimo) ma anche – vista l’ampiezza del catalogo così ottenuto – dalle biblioteche, che godono di condizioni di pagamento privilegiate. Dunque non una libreria virtuale in senso proprio, ma un mercatino o, viste le dimensioni ormai raggiunte, una vera e propria fiera del libro fuori catalogo, per la quale l’etichetta di semplice remainder è decisamente stretta. Si tratta di una realtà possibile solo sulla Rete, che scompagina il concetto di libreria virtuale, dal momento che, se da una parte l’internauta bibliofilo ha l’impressione di trovarsi di fronte un unico interlocutore, sta in realtà muovendosi all’interno di una fitta rete di negozi, con il vantaggio di potere rapidamente confrontare i prezzi e scegliere, di conseguenza, il più vantaggioso.
Dal punto di vista del pagamento, inoltre, l’acquirente tratta direttamente con il libraio: per questo, una peculiarità della compravendita su Maremagnum è la differenziazione della spedizione. L’utente sceglie infatti un certo numero di libri, che però non sono tutti fisicamente presenti nello stesso luogo. Può capitare che l’ordine solleciti contemporaneamente un libraio di Napoli e uno di Trieste, i quali spediscono direttamente al lettore, poniamo bolognese, il loro articolo. Il lettore, quindi, può vedersi recapitare tre o quattro diversi pacchetti, a seconda di ciò che ha ordinato: il disagio è minimo, ma il risparmio è molto, dal momento che si salta il momento intermedio, presente nelle librerie virtuali di catalogo, del passaggio dall’editore all’intermediario (Amazon, Boi, ecc.) che poi lo spedirà al lettore. Maremagnum interviene solo per mettere in contatto libraio e lettore, e percepisce una commissione sull’ordine, oltre a un piccolo canone da parte della libreria che affitta la vetrina virtuale. Il canone consta di una quota mensile, e non è proporzionale al numero di schede bibliografiche ospitate: in questo modo, il libraio associato non deve temere di esporre le sue mercanzie, dal momento che la spesa è sempre fissa.
Insomma, per citare il poeta, possiamo dire che «c’è qualcosa di nuovo oggi nel sole,/anzi d’antico»: Maremagnum prende il nome dalla mai pubblicata opera di Francesco e Alessandro Marucelli che, sul discrimine tra Sei e Settecento, avevano compilato un eroico tentativo di bibliografia universale. Il sito nasce dalla costola di un’autentica libreria antiquaria, la libreria Malavasi di largo Schuster, a due passi dal Duomo di Milano. Nel 1995 Sergio Malavasi intuisce che Internet può costituire una risorsa importante per la propria libreria, insieme indipendente e di settore, e proprio per queste ragioni in difficoltà in un mercato che va sempre più privilegiando la nascita dei megastore e delle catene. Con altri sei librai antiquari, allora, Malavasi ha l’idea di mettere in Rete i cataloghi delle librerie, per far conoscere il repertorio, suo e dei colleghi, di libri antichi o rari. Da quel momento, ciò che inizialmente voleva essere un modo di farsi pubblicità, diventa un importante canale di promozione e vendita, fino a trasformarsi in una vera e propria Srl. L’estensione dei generi trattati si espande velocemente: prima al modernariato (prime edizioni di opere novecentesche, volumi di pregio) e successivamente fino a comprendere il fuori catalogo in generale.
E singolare che la data di nascita di Maremagnum corrisponda alla data di nascita di Abebooks.com, un’analoga piattaforma di origine, però, australiana, che ha recentemente aperto un sito di dominio.it, e che costituisce, assieme all’inglese Alibris.com, il principale concorrente di Maremagnum. La piattaforma di librerie dunque sembra costituire un apporto peculiare del web al mercato librario: è significativo inoltre che questo tipo di realtà si affermi in un settore per appassionati e specialisti nel quale, vista la specificità della domanda, l’influenza della pubblicità e del marketing sono meno decisive. In questo senso si comprende la tendenza di Maremagnum a sviluppare la funzione più ampia di portale letterario: alla peculiarità del suo catalogo, infatti, si aggiungono una sezione di consigli di lettura e recensioni, e la posta dei lettori. Un modo di riproporre sul web la libreria come luogo d’incontro e di opinione.
 
Si ringrazia Sergio Malavasi per la disponibilità.