Nasce a Milano il 2 gennaio 1924, figlio del livornese Sabatino (1867-1951) e di Sisa Tabet (1885-1975).
La figura del padre, noto commediografo e critico letterario, influenzerà e ispirerà profondamente il suo pensiero e in generale il suo percorso di vita, così come quella del fratello Roberto (1910-1986), storico medievista di fama internazionale, professore a Yale, di 12 anni più grande di Guido, con il quale ebbe per tutta la vita un costante scambio affettivo e intellettuale.
Al momento della nascita di Guido, la famiglia Lopez vive a Milano, in un’abitazione lungo i Bastioni, vicino a piazza Cinque Giornate. Due anni più tardi, nel 1926, si trasferisce in largo Rio de Janeiro.
Guido frequenta il Liceo Ginnasio Parini di via Goito dal quale verrà espulso, assieme agli altri alunni ebrei, a seguito dell’emanazione delle leggi razziali, ma grazie alla scuola aperta dalla Comunità ebraica in via Eupili potrà proseguire gli studi e conseguire nel 1942 la licenza liceale.
Per qualche mese è “impiegato d’ordine” alla Sonzogno, ma a seguito dei bombardamenti su Milano la famiglia Lopez sfolla, nell’inverno del 1942, ad Arona (Roberto, il fratello maggiore, era partito per gli Stati Uniti sin dal 1938, a seguito dell’emanazione delle leggi razziali).
Ad Arona i Lopez alloggiano nel medesimo albergo che accoglie gli impiegati della Mondadori – la casa editrice aveva infatti trasferito alcune sue funzioni nella località sul Lago Maggiore – e, agli inizi del 1943, Guido inizia a collaborare, inizialmente come esterno, con l’editore.
Nel settembre del 1943, dovrà fuggire in Svizzera a causa delle persecuzioni razziali e sono proprio le vicende vissute nei due anni trascorsi nei campi profughi a ispirare il suo primo romanzo, l’autobiografico Il Campo, pubblicato da Mondadori, che ottiene il Premio Bagutta nel 1948 per la sezione opera prima.
Nel 1945 entra a far parte dell’Ufficio stampa della Mondadori, che dirigerà dal 1948 sino al 1957: i suoi compiti si estendevano dalla comunicazione alla pubblicità. Tra gli innumerevoli incarichi si ricordano la redazione del “Bollettino Bibliografico” e, nel 1952, fu Lopez “nelle pieghe del suo lavoro all’Ufficio stampa” a “mettere concretamente insieme, per i dodici numeri in cui durò” il supplemento letterario, diretto da Guido Piovene, della rivista “Epoca”.
Nel 1947 viene rappresentata la sua prima opera teatrale Fiducia, interpretata dalla Compagnia di Ruggiero Ruggieri; ne scriverà una seconda, Il padre della Miss, rappresentata a Milano nel 1957.
Porterà sempre avanti una parallela attività giornalistica e in generale di scrittura, una vera e propria attività di freelance, tra i contributi si ricordano in particolare articoli e recensioni di volumi e alcune corrispondenze dagli Stati Uniti (dove si recherà per alcuni periodi prolungati nel 1948 e nel 1951), tra le testate: “Il Giornale di Napoli”, “Il Caffè”, “Lo Smeraldo”, “Epoca”, “Nuova Stampa Sera”, “L’Umanità” e alcuni contributi apparsi su “Il Ponte” e “Nuova Antologia”.
Nel 1949, sposa Gigliola Colombo e la coppia va a vivere in via Pancaldo, in Zona Venezia. L’anno successivo nasce Irene (1950) e, nel 1953, il secondogenito Fabio.
Nel 1953 è sempre per la casa editrice Mondadori che esce La prova del nove, il suo secondo e ultimo romanzo.
Nel 1957 dà le dimissioni dalla Mondadori e, dalla fine di ottobre, inizia a occuparsi di pubblicità per l’azienda dolciaria Motta.
Tra le collaborazioni giornalistiche di questi anni, alcune corrispondenze da Israele nel 1957 per “Il Resto del Carlino”, articoli per il “Popolo di Milano”, il “Gazzettino di Venezia” e per “Grazia”, dove scrive di libri; suoi contributi si ritrovano anche su “la Fiera Letteraria”, “Vie d’Italia”, “La Domenica del Corriere”.
Dal 1959, rimanendo sempre nell’ambito della pubblicità industriale, inizia a lavorare alla J. Walter Thompson.
Nel 1965 pubblica con Mursia Milano in mano, una guida alla città che diverrà un best seller e sarà più volte ripubblicato in edizioni successive, rivedute e ampliate negli anni.
È presidente dell’Università popolare di Milano dal 1971 al 2002.
Nel 1972 pubblicherà il testo di memorie I verdi i viola e gli arancioni, dove racconterà anche gli incontri avuti con i grandi scrittori e intellettuali nel periodo in cui diresse l’ufficio stampa Mondadori: da Calvino a Faulkner, Hemingway, Simenon e Vittorini.
La città di Milano rimane al centro dei suoi studi e, nel 1976, darà alle stampe uno dei suoi più impegnativi lavori di ricerca storica, con la prima edizione del suo Festa di nozze per Ludovico il Moro. Seguiranno altri testi storici e narrativi legati alle vicende di quel tempo: nel 1982 uscirà per Mursia La roba e la libertà, ristampato successivamente come Leonardo e Ludovico il Moro; Moro! Moro! (Camunia, 1992); I Signori di Milano (Newton & Compton, 2003) e Storia e storie di Milano (Newton & Compton, 2005).
Sempre alla città di Milano sono dedicati i suoi corsivi sulle pagine di “la Repubblica” e del “Giorno”.
Partecipe attivo della vita della Comunità ebraica, di cui fu anche consigliere, delle tante energie dedicate all’ebraismo, si ricordano gli innumerevoli contributi su “Rassegna Mensile di Israel” e nelle rassegne librarie in Sorgente di vita.
È stato insignito dell’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano e della Medaglia di riconoscenza della Provincia.
Muore a Milano il 3 dicembre 2010.

Fonti archivistiche:
– Archivio storico Arnoldo Mondadori editore; Archivio storico il Saggiatore; Archivio Guido Lopez

Altre fonti:
– Guido Lopez, Il Campo, Arnoldo Mondadori, Milano 1948
– Guido Lopez, I verdi i viola e gli arancioni, Arnoldo Mondadori, Milano 1972
– Enrico Decleva, Arnoldo Mondadori, Utet, Torino 1988
– Fabio Lopez, Guido Lopez, un ricordo con gli occhi di suo figlio, in Moked – il portale dell’ebraismo italiano, 14-01-2011
– Ester Moscati, L’addio a Guido Lopez, storico e appassionato giornalista, in Mosaico-cem.it, 02-01-2011
– [Fabio Lopez], Voce Wikipedia “Guido Lopez”, ultimo aggiornamento al momento dell’inserimento dati: 14-09-2014