L’istante del libro giusto

Id informazione online ha ormai sancito che viviamo nell’epoca dell’«instant», della notizia data «qui e ora». Anche il mondo editoriale si sta conformando a questa tendenza, grazie soprattutto all’aiuto dell’e-book e di una concezione dell’oggetto-libro che sta velocemente cambiando. Il terreno privilegiato per osservare questo fenomeno è quello degli instant book, che stanno invadendo il mercato grazie a una proliferazione di pubblicazioni patrocinate dai quotidiani o da case editrici create ad hoc.
 
La tempesta digitale è appena iniziata e, anche se ignoriamo che cosa lascerà alle sue spalle, già sappiamo che tra qualche anno le riconosceremo di aver provocato, quanto meno in campo editoriale, il più grande cambiamento di questo secolo, se non degli ultimi sei.
Tra i fenomeni già ben visibili, merita particolare attenzione l’accelerazione impressa da Internet ai mezzi d’informazione che, oltre a spostare i lettori verso gli strumenti di consultazione elettronici – computer, tablet, telefoni cellulari «intelligenti» -, orienta in maniera determinante il modo in cui i temi vengono percepiti dal pubblico. Non c’è notizia d’attualità che, velocemente ripresa, rilanciata, citata, commentata, amplificata dai «social network», non appaia già usurata dopo poche ore. Tutto ciò ha provocato un progressivo schiacciamento verso una sorta di iperattualità, alla quale negli ultimi anni ci hanno abituato quotidiani e periodici, preoccupati di non apparire già superati nel momento stesso in cui raggiungono le edicole.
E una febbre che ha contagiato anche il mercato librario, spingendo gli editori a moltiplicare il numero di uscite per aumentare le probabilità di centrare un tema che conquisti il pubblico: in combinazione con l’avvento degli e-book, il fenomeno sta tracciando trasformazioni profonde. Il terreno privilegiato per osservarle è il mutevole territorio percorso dai cosiddetti «instant book», ovvero quei libri che – secondo la definizione più comune – vengono scritti e pubblicati in tempi brevissimi in seguito a un evento dal forte impatto emotivo, in modo da sfruttarne commercialmente l’onda.
Nel 2012, gli episodi di questo tipo sono stati soprattutto tre: la scomparsa di Steve Jobs, avvenuta a ottobre 2011, ma la cui coda editoriale si è allungata sull’anno seguente, il naufragio della Costa Concordia, a gennaio del 2012, e un’altra scomparsa, quella di Carlo Maria Martini, a fine agosto. Si tratta di fatti diversi tra loro per tipologia e portata: il primo ha suscitato un’enorme quanto inattesa partecipazione mondiale, e nel nostro paese ha scatenato un’immediata furia di traduzioni e riedizioni, cui solo in seguito si sono aggiunti diversi contributi inediti; il secondo, più locale pur avendo una portata internazionale, è stato immediatamente coperto dai giornalisti d’inchiesta e da libri abbinati ai quotidiani; il terzo ha sospinto nelle librerie più che altro ristampe e selezioni di testi del cardinale. Reazioni diverse, che ci aiutano ad affinare il concetto di instant book, centrando l’attenzione, più che sulla rapidità di scrittura, sulla tempestività di pubblicazione, e a suggerire come spesso sia l’occasione a trasformare in «instant» un prodotto nato sotto auspici diversi.
Certo, ci sono temi che, per loro natura, si prestano maggiormente a servire il comparto, come la politica e le biografie, e altri che negli ultimi anni hanno suscitato fenomeni epigonali tali da creare sottogeneri di successo, dai ricettari di cucina di origine televisiva al fantasy-gotico-romantico che discende da Harry Potter passando per Twilight, fino al più recente minirevival del romanzo erotico che, detto di passata, ha portato in classifica pure una instant-parodia: 50 sbavature di Gigio di Rossella Calabro (Sperling &Kupfer).
Registrato che cucina e biografie sembrano ormai consacrati come generi «stabili», con un catalogo di uscite ben definito, su cui si innestano all’ultimo momento solo pochi titoli, a ben vedere la regina dei generi instant nel nostro paese può essere considerata l’attualità politica. Non per nulla è sotto questo segno che si è sviluppato uno dei fenomeni editoriali più interessanti degli ultimi anni. Ovvero la nascita, nel 2007, di una casa editrice dedicata ai libri-inchiesta, Chiarelettere, cui è seguito un processo emulativo che ha dato vita a nuove collane e ne ha rianimate altre, spingendo pressoché tutti i grandi editori a presidiare il settore. Non si tratta soltanto di instant book, perché non mancano inchieste senza tempo e libri su anniversari come quello di Mani Pulite o delle uccisioni di Falcone e Borsellino, ma proprio questo ci induce a sottolineare un fatto importante: grazie al tempismo delle uscite, Chiarelettere ha saputo portare in libreria testi elaborati a lungo, facendoli percepire come freschissimi, e grazie a una programmazione intelligente ha potuto realizzare l’illusione di un catalogo dalle uscite regolari in un comparto per definizione incontrollabile. Una strategia confermata dalla collana di e-book «Originai», che da maggio 2012 completa l’offerta riproponendo un’attenta alternanza tra testi-lampo e libri pianificati da tempo.
Proprio gli e-book, il cui mercato nel 2012 ha finalmente posto le basi per una prevedibile esplosione nel 2013, costituiscono una delle novità più importanti quando si parla di instant. L’altra è l’irruzione dei quotidiani come editori di libri, anche elettronici. Entrambi i fenomeni attecchiscono in mezzo alle discontinuità del sistema distributivo italiano dove, semplificando, le librerie di mattoni sono in mano agli editori di libri, quelle digitali alle multinazionali dell’elettronica, e le edicole agli editori di periodici, scarsamente collegati a quelli librari anche quando appartengono a società imparentate. Ne discende che nessun titolo è in grado di raggiungere tutti e tre i canali e che ciascun attore dei tre canali è in diretta concorrenza con tutti gli altri.
Per capire che cosa tutto questo comporti, ritorniamo ai nostri tre eventi-guida. I movimenti più complessi avvengono intorno alla morte di Steve Jobs, il 5 ottobre 2011. L’uscita quasi contemporanea della biografia ufficiale, scritta da Walter Isaacson e pubblicata in Italia da Mondadori, ha spinto gli altri editori a rastrellare all’estero tutti i titoli già pronti per poterli proporre in libreria al più presto, durante il già propizio periodo delle strenne natalizie. E che questa fosse la strada vincente lo conferma il successo oltre ogni attesa del titolo pubblicato da Hoepli, l’unico già disponibile da prima del 5 ottobre. Ma, se guardiamo oltre le cifre, la scomparsa di Jobs è soprattutto, se non la prima, la più significativa occasione per registrare l’ingresso in scena dei quotidiani sul mercato degli instant. E non solo come distributori nelle edicole di opere allegate al giornale, ma anche come editori digitali. Già il 9 ottobre «Il Sole 24 Ore» lancia online un e-book multimediale, composto da articoli delle proprie firme e filmati, seguito da un analogo mix di articoli su – e discorsi di – Jobs proposto dal «Corriere della Sera» in edizione digitale il 10 ottobre e l’11 in versione cartacea, venduta con il quotidiano a 2,80 euro in più.
Il protagonismo dei quotidiani è ancora più evidente nel caso del naufragio della Costa Concordia. Manca «Il Sole 24 Ore» – che per la verità dopo quella su Jobs eviterà altre incursioni «generaliste», limitandosi a instant quasi solo di manualistica tecnica, come la guida pratica all’Imu o ad altre novità fiscali – ma conferma la propria presenza il «Corriere», ripetendo la formula digitale più cartaceo, e irrompe, tra gli altri, «Affari Italiani», che diventerà uno dei protagonisti più aggressivi della scena digitale. Alle librerie restano quasi solo le briciole, con pochi titoli pubblicati da piccoli editori. Proprio l’opposto di ciò che avviene alla scomparsa di Carlo Maria Martini, quando i quotidiani sembrano fare un passo indietro e sono invece le librerie a essere invase da una messe di titoli, incluso Parlate con il cuore, che raccoglie le risposte del cardinale ai lettori del «Corriere» e che avrebbe ben potuto essere distribuito con il quotidiano. Ma sono facce della stessa questione: in un sistema disomogeneo, può capitare che un canale si dimostri più adatto di un altro a veicolare un prodotto, e sembra quasi ovvio sottolineare che un libro di discorsi del cardinal Martini si presti a un acquisto meno impulsivo di uno sul naufragio della Concordia e trovi più facilmente il suo pubblico di riferimento all’interno di una libreria.
Eccezioni a parte, la cronologia d’uscita, per un instant, resta determinante. E questo regala agli e-book un primato incontrastato, che crescerà con la loro diffusione, e ai quotidiani, abituati come sono a reagire rapidamente, un piccolo vantaggio sugli editori tradizionali. Resta da vedere come sapranno evolversi. Oggi, i quotidiani mostrano una politica «libraria» ancora troppo casuale, sia nella scansione delle uscite sia nel taglio dei libri. Per intenderci, il «Corriere della Sera» passa con disinvoltura dall’inchiesta sulla Costa Concordia, frutto del lavoro sul campo di due delle sue firme, alla pubblicazione pressoché nuda e cruda delle intercettazioni che riguardano il caso del San Raffaele. Dal canto suo, «la Repubblica» allinea l’inchiesta Viaggio nella crisi della Lega, le interviste d’archivio degli Anni dell’antimafia e il furbo Juventus, ritorno in paradiso dopo lo scudetto. Quanto ad «Affari Italiani», non perde un tema scottante, dalla Costa Concordia, con un ammiccante Vada a bordo, cazzo!, alla crisi della Lega, dalla biografia non autorizzata di Mario Monti allo scandalo del calcioscommesse: Tutto il calcio venduto per venduto. Ma gli esempi potrebbero proseguire all’infinito con altri editori. Il punto è che i giornali, per cavalcare gli eventi, pubblicano acriticamente ciò che costa loro meno tempo, ma il loro effetto sul mercato potrà diventare dirompente solo quando sapranno comportarsi da editori più consapevoli. Vedremo se accadrà.
Ma l’avvento degli e-book promette novità anche su un altro fronte: quello della forma dei testi. Significativa, in questo senso, un’inchiesta scritta da John Hooper, corrispondente italiano dell’«Economist» e del «Guardian», proprio sul caso della Concordia: Fatai Voyage: The Wrecking of the Costa Concordia. Il libro fa parte della collana «Kindle Singles», lanciata da Amazon per il proprio e-reader a gennaio del 2011, che raccoglie testi di lunghezza compresa tra le 5mila e le 30mila parole (ovvero tra le 20mila e le 120mila battute), inizialmente solo di nonfiction, venduti a prezzi compresi tra i 99 centesimi e i 4,99 dollari. Si tratta di scritti che, nel mondo della carta, sarebbero troppo lunghi per una rivista e troppo corti per uscire in volume, dei quali quello di Hooper, trentatré pagine, è un perfetto esemplare, con il suo approccio misto tra narrazione e inchiesta, capace di soddisfare sia il desiderio di saperne di più, sia quello di intrattenersi con un racconto di maggior respiro. Infatti il libro diventa uno dei pochi «Singles» di cui le pagine culturali dei giornali si occupino, indicandolo come apripista di un nuovo comparto. Anche in questo caso, solo il tempo saprà dirci se le cose stanno così, ma intanto gli editori che hanno preso esempio da Amazon si stanno moltiplicando e i libri da 30-40mila battute sono ormai usciti sia dalla nicchia degli instant book sia da quella della non-fiction.
Tenere d’occhio collane come «Feltrinelli Zoom», «Sperling Tips» e Mondadori «Xs» per conoscere il seguito.