Premiata ditta Angela

Il successo e la popolarità di Piero e Alberto Angela, divulgatori scientifici per antonomasia del circuito radio-televisivo, non sembra scemare nemmeno per quanto riguarda il versante libresco. Lo testimoniano non solo le oltre 30 pubblicazioni – tra libri scritti in coppia e da soli – in poco più di quarant’’anni, ma anche le centinaia tra riedizioni e ristampe. E il risultato di un’oculata strategia e di una formula che, al di là delle ovvie differenze tra padre e figlio, si è mantenuta per entrambi immutata nel tempo: strategie comunicative efficaci, di stampo colloquiale o narrativo; una scrittura chiara e sintetica; una pluriennale fedeltà ai grandi marchi editoriali.
 
Che il successo della coppia Piero e Alberto Angela sia straordinario è sotto gli occhi di tutti: grazie a fortunatissimi programmi televisivi come Quark – articolato in una serie di varianti molto popolari, da Pillole di Quark a Superquark – e come Ulisse. Il piacere della scoperta, padre e figlio rappresentano oggi la figura del divulgatore scientifico per antonomasia, interpretando un ruolo per la verità tradizionalmente ben poco ambito in Italia, perché da sempre considerato con snobistica sufficienza. Invece, gli Angela ci credono, e svolgono così un servizio di notevole qualità culturale, utilizzando abilmente le opportunità offerte dal sistema delle comunicazioni: oltre ai programmi radiofonici e televisivi, ecco prima le numerose videocassette VHS e i prodotti multimediali (la Videoenciclopedia della natura del 1991 e la Videoenciclopedia dei ragazzi del 1993), poi le raccolte di DVD: ultima proposta di un lungo elenco, dal primo novembre 2015 è disponibile Alla scoperta dei Musei vaticani in compagnia di Alberto Angela, sei DVD in edicola con il quotidiano «la Repubblica».
Sfruttando queste sinergie multimediali, naturalmente la premiata ditta è presente anche in libreria da molti anni: l’esordio di Piero risale al lontano 1972, quello di Alberto data 1988, mentre il primo volume a quattro mani è dell’anno dopo. La strategia editoriale dei due autori prevede diverse modalità di intervento: volumi a firma singola, a due mani, ma anche in collaborazione con altri. Se infatti padre e figlio lavorano insieme soprattutto con Alberto Luca Recchi – agli squali e ad altri «mostri marini» dedicano parecchi volumi e la serie di CD-ROM allegati a «Panorama» alla fine degli anni novanta –, fra i due è Piero quello che collabora spesso con altri autori: pubblica con il Nobel Carlo Rubbia (Edoardo Arnaldi scienziato e cittadino d’Europa, Leonardo Periodici, 1992), con Giuliano Toraldo di Francia (Dialoghi di fine secolo. Ragionamenti sulla scienza e dintorni, Giunti, 1996), con Alessandro Barbero (Dietro le quinte della storia. Ea vita quotidiana attraverso il tempo, BUR, 2013), rilascia interviste in volume (per esempio nel 1980 Laterza propone Intervista sulla materia. Dal nucleo alle galassie) e scrive svariati libri sia con Lorenzo Pinna (almeno sei), sia insieme a Pietro Motta. Oltre alle curatele e ai numerosi paratesti dedicati a opere altrui, completano la presenza in libreria le edizioni scolastiche, importanti perché inserite in un circuito editoriale particolarmente ampio e sensibile alle istanze della divulgazione: nelle «Letture per la scuola media» di Garzanti, la quinta edizione di Nel buio degli anni luce di Piero Angela risale al 1987.
Fonte certamente significativa nel recepire gli interessi del pubblico più largo, Wikipedia dà ampio spazio a Piero Angela, e nella voce dedicata lo definisce «autore di oltre trenta libri, molti dei quali tradotti in inglese, tedesco e spagnolo, con una tiratura complessiva di oltre tre milioni di copie». Vista l’impossibilità di conoscere i dati relativi alla fortuna di questa produzione (tirature, numero di edizioni e di ristampe dei singoli titoli), si può provare a fare un bilancio complessivo del «fenomeno Angela» ricorrendo al Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale OPAC SBN, che fornisce le notizie bibliografiche di tutte le edizioni dei due divulgatori, comprese quelle di opere scritte a quattro mani e in collaborazione con altri. Nel database i volumi prodotti da Piero e da Alberto Angela risultano 35; come prevedibile, la maggior parte è di Piero, ben 19, mentre suo figlio ne firma 8, tanti quanti quelli pubblicati a quattro mani. A 43 anni dal suo esordio, Piero è oggi in libreria con Tredici miliardi di anni. Il romanzo dell’Universo e della vita (Eri-Mondadori), Mentre Alberto propone da Rizzoli San Pietro. Segreti e meraviglie in un racconto lungo duemila anni. Circa i volumi scritti insieme, il primo risale al 1989, l’ultimo al 2002.
Osservando la frequenza delle uscite, colpisce l’assiduità di Piero, che negli anni settanta pubblica un nuovo libro ogni due anni, una media che successivamente si abbassa a tre titoli per decennio. Quanto a intensità di lavoro, la performance migliore è però quella di Alberto, autore di ben 5 volumi fra 2012 e 2015. In generale, la coppia riesce comunque a garantirsi una costante presenza sul mercato: i 43 anni che corrono fra 1972 (data del primo libro di Piero) e 2015 vedono un ritmo di pubblicazione biennale delle novità, che si concentrano in due fasi: fra 1991 e 1997 escono otto volumi inediti (due di Piero e sei a quattro mani), fra 2010 e 2015 ben nove, sei a firma di Alberto e tre del padre. E così non di rado nello stesso anno le nuove proposte sono più di una: nel 2002 ecco per esempio uscire da Mondadori sia Viaggio nella scienza. Dal big bang alle biotecnologie di Piero sia Il pianeta dei dinosauri. In diretta dalla preistoria. Fotografie e documenti sui grandi rettili che dominarono il mondo scritto da entrambi, mentre nel 2014 Alberto firma due novità e suo padre una.
Naturalmente i numeri aumentano di molto se si contano non solo le prime edizioni ma anche quelle successive, e allora la copertura del mercato è costante: i due divulgatori sono in libreria spesso con novità, quasi sempre con ristampe, e la periodizzazione conferma la scansione della loro attività in tre fasi, così come è appena emersa. Intanto, a colpire è il dato generale: se si considerano quali nuove edizioni (quasi sempre le ristampe sono impossibili da distinguere) tutte le occorrenze successive alla princeps registrate nell’OPAC, escludendo quelle che si ripetono nel medesimo anno, il risultato è notevolissimo. Le edizioni dei libri dei due autori, sia presi singolarmente sia abbinati, sono ben 169, e si distribuiscono così: Piero Angela ne conta 115, Alberto 22, padre e figlio insieme 32. Cifre destinate ad aumentare se si tiene conto che i volumi di maggior successo hanno spesso più edizioni nello stesso anno: firmato dalla coppia, Il pianeta dei dinosauri esce da Mondadori nel 2002, e raggiunge subito la quarta edizione. L’identità fra anno di pubblicazione registrato nell’OPAC e nuova edizione è per esempio molto penalizzante nel caso di Da zero a tre anni. La nascita della mente di Piero Angela: esce da Garzanti nel 1973, il 1985 è la settima annualità in cui il dato bibliografico compare ma si tratta in effetti della tredicesima edizione, nel 1992 viene riproposto nella collana «I libri di Piero Angela» (due anni dopo alla quarta edizione), infine nel 2000 passa agli «Oscar» Mondadori raggiungendo la dodicesima ristampa nel 2007. In totale, 18 edizioni-anno, ma 42 fra edizioni e ristampe documentabili, a quanto si desume dalle informazioni occasionali fornite dal sistema.
Sempre ragionando per edizioni-anno, la loro distribuzione nel tempo disegna una geografia piuttosto ben definita e quantitativamente proporzionata: se fra 1972 e 1988 il mercato è dominato dai soli titoli di Piero (64 edizioni), la fase successiva (1989-2005) vede i suoi libri accompagnati da quelli firmati con il figlio (70 edizioni), che a partire dal 2006 è autore del maggior numero di titoli, in corrispondenza di un calo delle opere del padre (per un totale di 35 edizioni). Emerge così un andamento che vede l’avvicendamento fra i due, con una fase inaugurata da Piero, una intermedia di «rodaggio» di Alberto il quale, prima di produrre libri propri emancipandosi, fa il suo praticantato scrivendoli insieme al padre. Osservando i picchi del grafico, l’anno in cui le librerie non espongono né novità né riedizioni è uno solo, il 1974, mentre gli altri due minimi corrispondono proprio all’inizio delle fasi produttive appena individuate: se alla crisi del 1988 (un solo libro di Piero) rispondono l’anno dopo le prime due proposte a quattro mani, nel 2007 Alberto aggiunge un suo titolo ai due del padre, inaugurando la fase in cui sarà protagonista quanto a uscite.
Anche dal punto di vista del successo individuale a imporsi è però Piero: l’anno di maggior presenza in libreria è il 1992, con 10 titoli, 8 suoi e 2 a quattro mani, ma nel 1996 (secondo record) i nove titoli sono tutti del padre. In compenso, la ripresa dell’ultimo periodo è affidata soprattutto alla produzione di Alberto – come se si assistesse a un passaggio di testimone – che a partire dal 2010 conta 17 edizioni sulle 23 censite. Ragionando invece in termini di classifica per titoli, i tre libri di maggior successo sono tutti di Piero (naturalmente non va dimenticato che la tiratura di ogni edizione varia, e soprattutto che tende ad aumentare con il progressivo affermarsi dell’autore): in ordine crescente, Viaggio nel mondo paranormale. Indagine sulla parapsicologia (Garzanti, 1978) conta 14 edizioni, Nel cosmo alla ricerca della vita (Garzanti, 1980) è a quota 15, Da zero a tre anni. La nascita della mente è il bestseller più venduto, con 16 edizioni, ma è anche il titolo più longevo: esce nel 1973 (l’anno dopo l’esordio) ed è riedito fino al 2007.
Il panorama così descritto fa riferimento a una serie di editori in realtà molto ridotta: in casa Angela, la fedeltà sembra premiare. Nel complesso, se il marchio di Piero è Garzanti (risale al 1990 l’avvio della collezione monografica «I libri di Piero Angela»), che lo propone di frequente anche nel circuito parallelo del «Club degli editori», Alberto pubblica soprattutto con Rizzoli, mentre i volumi a quattro mani sono targati Mondadori – casa editrice che a partire dal 2000 comincia a proporre negli «Oscar Bestseller» anche i titoli più popolari di Piero, a volte dopo un passaggio nei «Supermiti». Pochissimi gli altri marchi, e comunque produttori di pochi titoli (come CDE), e invece numerose le coedizioni, anzitutto con Rai-ERI (da parte di Mondadori, doppia sigla utilizzata soprattutto da Alberto), ma anche come Mondadori-De Agostini oppure Garzanti-Vallardi, in campo a produrre sia volumi «da edicola» offerti in abbinamento a quotidiani e periodici, sia soprattutto prodotti multimediali (Curcio e Rai Trade). Si tratta di un’oculata strategia che ottimizza il lavoro dei due autori grazie al ricorso ai big dell’editoria nostrana, con i quali collaborano entrambi, in un efficace gioco di coppia. Del resto, analoga complementarità dimostrano gli interessi dei due divulgatori, riflessi nei loro libri: alle competenze «scientifiche» di Piero (che riguardano lo studio del cosmo e quello del cervello, della tecnologia, dell’economia, ma anche delle esperienze paranormali, senza escludere tematiche psicologiche: la felicità, l’amore), si accompagnano a complemento quelle «umanistiche» (storiche e artistiche, ma anche sociologiche) di Alberto. Invece, insieme padre e figlio si dedicano a discipline ancora diverse, dalla paleontologia all’oceanografia, mobilitando così nuove curiosità e rivolgendosi ad altri settori di pubblico.
Un’attività tanto efficace e così apprezzata dai lettori si spiega infine grazie alle strategie comunicative utilizzate in questa vasta e multiforme produzione, sempre in grado di catturare l’attenzione e di coinvolgere i lettori. Del resto, sin dai titoli emergono alcune modalità ricorrenti: la formula dell’intervista, la sceneggiatura narrativa dei contenuti didascalici anche in chiave avventurosa («storia» e «racconto» sono parole che si ripetono su copertine e risvolti), il motivo del viaggio (per Piero «nel mondo del paranormale», «nel cosmo», «nella scienza», «dentro la mente», per Alberto «nell’impero di Roma», «nella Cappella Sistina»), e il ricorso al romanzesco, esplicito nel sottotitolo dell’ultimo libro del padre, Tredici miliardi di anni. Il romanzo dell’universo e della vita. A ben vedere, però, questi rimandi sono solo etichette accattivanti, il cui potenziale affabulatorio e suggestivo è sviluppato in risvolti e quarte, ma senza un effettivo riscontro nell’organizzazione della compagine testuale. O, per dir meglio, i due autori si muovono con notevole libertà rispetto ai generi evocati, al punto che la definizione di «romanzo» data da Piero al suo ultimo lavoro in effetti calza molto meglio al libro più recente del figlio, I tre giorni di Pompei (Rizzoli, 2015), e viceversa: il suo sottotitolo – 23-25 ottobre 79 d.C. Ora per ora, la più grande tragedia dell’antichità richiama l’impianto cronachistico del volume del padre, in cui il narratore fa spesso riferimento al «nostro ipotetico cronista» (p. 17) testimone dell’evoluzione del cosmo.
«Romanzo» solo in senso metaforico (ma il risvolto parla di reportage, film, cronaca, «fantastica storia», viaggio), Tredici miliardi di anni è in effetti costruito secondo un impianto divulgativo quanto mai tradizionale, e cioè in forma di dialogo organizzato in capitoli strutturati tematicamente. Con la nota signorilità che distingue il conduttore televisivo, l’autore dà del lei a chi legge, e conduce un discorso ritmato scandito da risposte sempre brevi (massimo mezza pagina) e spesso brevissime: se la meccanica quantistica viene descritta in cinque righe, molte risposte ne contano una sola. Più in generale, a caratterizzare il discorso è una notevolissima abilità sintetica cui corrisponde una altrettanto apprezzabile chiarezza espositiva, favorita da un impianto argomentativo sempre limpido e da un linguaggio trasparente. A correttivo di questa impersonalità ecco però l’impiego del «noi», il richiamo a esperienze autobiografiche, la sceneggiatura narrativa di episodi particolarmente interessanti («una di queste scoperte è davvero curiosa, e vale la pena di raccontarla», p. 18), l’utilizzo di proverbi e modi di dire che abbassano il tono del discorso rendendolo persino confidenziale – «si faccia però» suggerisce l’autore «un piccolo nodo al fazzoletto, perché riprenderemo il discorso sulla luce» (ibidem). Sul piano del contenuto, la storia del cosmo è necessariamente sbilanciata verso i miliardi di anni che precedono la nascita della civiltà, e infatti al periodo che va dalla preistoria a oggi sono dedicati solo gli ultimi tre capitoli. Scelta interessante e condivisibile, dopo Il Neolitico e prima di Verso il futuro, il penultimo capitolo è interamente dedicato a La Rivoluzione industriale, individuata quale momento capitale di discontinuità nell’intera storia dell’uomo.
Diversamente libera è invece l’impostazione di I tre giorni di Pompei di Alberto Angela, in cui il narratore alterna abilmente la prima persona singolare, un «noi» inclusivo e un «voi» che mette a fuoco i destinatari: «lo avrete sicuramente già visto» (p. 104). La formula consiste in un mix di finzione narrativa, impostazione odeporica e picaresca (il discorso è strutturato per itinerari percorsi al seguito di personaggi di varia estrazione sociale) e digressione informativa, accompagnata da commenti metatestuali che aiutano il lettore più ingenuo a orientarsi. E proprio a lui guarda la scelta di fare spesso riferimento al presente, anche con forzature attualizzanti: cavalli e carri si «parcheggiano», le mutande dei romani «ricordano molto una T-shirt extralarge» (p. 79) e l’intimo femminile «aveva un look molto sexy» (ibidem), Plinio il Vecchio «era un vero “workaholic”, un drogato del lavoro» (p. 26), e un graffito descrive «una “escort” molto apprezzata» (p. 237). Anche qui non manca la componente dialogica, affidata a una serie di domande e risposte disseminate nel testo, ma altri generi vengono evocati, a partire dal teatro: se la tragedia con cui culmina la vicenda è anticipata sin dal titolo, l’elenco dei personaggi in ordine di apparizione che precede l’incipit caratterizza la commedia. Ma i rimandi più diffusi sono al cinema e al romanzo, ricordati però in negativo, perché rientrano nell’ambito della fiction e non si basano – come il libro di Angela – sulla realtà documentata. Salvo poi il ricorso che l’autore fa alla categoria del «verosimile», di manzoniana memoria, che conferma quanto il richiamo ai molteplici generi non solo letterari fatti da padre e figlio abbiano poco peso, perché si tratta di categorie per nulla familiari alla maggior parte dei loro lettori.
Anche l’ultima fatica di Alberto conferma questa libertà di utilizzo di paradigmi espressivi codificati: San Pietro. Segreti e meraviglie in un racconto lungo duemila anni non è solo un «affascinante viaggio per parole e immagini», come recita la quarta di copertina, ma ha un’impostazione propriamente guidistica, che favorisce una lettura non necessariamente continua. Il testo accoglie infatti box intitolati «Curiosità», «Alberto Angela racconta» (ritorna il formato domanda e risposta), e le immagini sono parte integrante del dettato, con cui dialogano grazie a didascalie stampate in azzurro all’interno del testo. Ancora un’altra formula, ma sempre molto efficace, come tutte quelle che hanno assicurato alla premiata ditta il successo che merita.